Un fattore di rischio e un segno anticipatorio dopo i 65 anni e fino a sei anni prima della chiara manifestazione sintomatica della demenza
Il disturbo depressivo maggiore è una delle condizioni psicopatologiche più frequenti nella terza età. In Italia, nelle persone ultra 65enni, la depressione maggiore e la distimia hanno una prevalenza in un anno pari al 4.5%, mentre si stima che la demenza di Alzheimer abbia una prevalenza del 5% in persone con più di 60 anni. Alcune ricerche suggeriscono che la depressione sia fortemente associata alla demenza. Tuttavia, i dati non sono ancora univoci nel dare un chiaro significato al disturbo depressivo maggiore: la sindrome oscilla tutt’ora tra l’essere considerata come un fattore di rischio, un antecedente o un disturbo in comorbilità alla demenza. Analizzando gli studi scientifici che trattano questo specifico argomento, emerge che il legame tra sintomi depressivi e Alzheimer è considerato un segno precoce della successiva manifestazione della malattia, mentre gli studi che analizzano la connessione tra depressione maggiore e Alzheimer mettono in risalto come la depressione maggiore sia un fattore di rischio. A sostegno di questa ipotesi di lettura, vi sono anche dei dati provenienti da studi neuroistopatologici in cui si evidenzia come in soggetti con la malattia di Alzheimer e una storia di depressione maggiore (almeno un episodio depressivo maggiore prima dell’esordio della malattia di Alzheimer) vi siano più segni di degenerazione neuronale nell’ippocampo (la struttura del cervello colpita essenzialmente dalla malattia neurodegenerativa) rispetto a persone con l’Alzheimer ma senza storia di depressione. Leggi tutto “Il legame tra il disturbo depressivo maggiore e l’Alzheimer”