di Annamaria Striano
È quasi banale dirlo, ma deve essere continuamente sottolineato: tutto è creazione, tutto è cambiamento, tutto è flusso, tutto è metamorfosi. Henry Miller
Dal 4 marzo 2020, data in cui sono entrati in vigore i decreti per l’emergenza Covid-19, abbiamo dovuto adattare la nostra libertà privata e sociale ai nuovi limiti da essi imposti sia nella progettualità sia nell’azione. Tutte le nostre esigenze si sono dovute riadattare in un flusso intrecciato di attività lavorative e familiari e, conseguenzialmente, si è modificato il nostro modo di vivere le relazioni affettive e sentimentali.
Alcuni legami si sono rafforzati, taluni sono svaniti, altri ancora stanno attraversando una metamorfosi. Abbiamo avuto la possibilità di sperimentare un nuovo modo di vivere l’amore, l’amicizia, i rapporti familiari, senza contare che la quarantena forzata ci ha obbligati a fare i conti con noi stessi e con le nostre necessità più intime.
Fra le emozioni più provate e sperimentate in coppia in questo periodo, oltre alla tristezza e alla rabbia, vi è la noia, questa misconosciuta, spesso ignorata, evitata o negata, ma che assolve a funzioni delicate e adattive. La noia esperita nella relazione sentimentale mette in evidenza una invalidazione delle credenze, delle aspettative e degli scopi comuni a entrambi i partner, pertanto ricopre un significato psicologico legato al “cambiamento”. Un cambiamento di punti di vista, di esigenze, di abilità creative. Il filosofo Umberto Galimberti la definisce come “uno stato esistenziale e psicologico che insorge quando l’esperienza del soggetto è progettualmente e affettivamente demotivata”.
Quando si esperisce la noia, tendenzialmente il livello di attenzione e di motivazione cala. Si ha la percezione dello scorrere del tempo, come “se non passasse”, e per questo gli viene data una connotazione negativa. Gli scopi del soggetto perdono di attrattiva e i comportamenti che ne conseguono, come ad esempio l’inerzia, non fanno che mantenere inattivi tali scopi. La funzione adattiva della noia è quella di segnalarci che stiamo vivendo una realtà, interna o esterna, scarna di autenticità e novità, priva di elementi creativi e fantasiosi. Pertanto, nel fronteggiamento di essa, i partner possono ricercare e sperimentare nuove strategie, stimolando la propria creatività e costringendosi a cercare soluzioni originali a compiti o situazioni reputate, in condizioni standard, noiose.
Possiamo distinguere tre categorie di relazione sentimentale:
- Il rapporto stabile, spesso con figli, appesantito da vecchie difficoltà comunicative durante il lockdown.
- La relazione giovane che, in condizione di quarantena, ha dato la possibilità ai partner di viversi e sperimentarsi sotto vari punti di vista, da quello progettuale a quello ludico.
- La relazione problematica, ove sono presenti varie tipologie di violenza psicologica e, a volte, anche fisica, che in questo periodo è stata messa ancor più a dura prova.
Nelle prime due, il comune denominatore è il reinventarsi, il riscoprirsi, singolarmente come nella coppia. È importante che entrambi i componenti abbiano impegni diversi, quindi il bisogno di ritagliarsi uno spazio da dedicare a sé stessi; ricorrere alla resilienza, la capacità di far fronte in maniera positiva a un danno, riorganizzando la propria vita dinanzi alle difficoltà; ricostruirsi, restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità; confrontarsi in maniera attiva e non giudicante, utilizzando meglio i tempi della coppia per la coppia, e se sono presenti figli, coinvolgerli.
Può essere molto utile, inoltre, il riscoprirsi sessualmente, con fantasia e nuova complicità.
Per la terza categoria, c’è bisogno di un’attenzione maggiore e più specifica, in quanto verosimilmente i meccanismi disfunzionali della relazione si sono incancreniti e le dinamiche di coppia vanno ben oltre i concetti di pariteticità e cooperazione, altresì la mancanza di rispetto delle esigenze del partner, l’aggressività e i soprusi in genere la fanno da padrone. Vista la potenziale gravità, è consigliabile contattare i servizi addetti presenti sul territorio o quantomeno fare riferimento a esperti del settore.
Ora che siamo entrati nella “Fase 2” e ancora una volta siamo sottoposti a cambiamenti e a nuovi equilibri, ci potrebbero essere nuove esigenze da analizzare e alcune coppie potrebbero essere più unite, altre più confuse e altre ancora più distanti di prima. D’altronde ogni trasformazione richiede una sofferenza o una perdita. Facciamo in modo, quindi, che tutto quello compreso e fatto nostro nella cosiddetta Fase 1, non vada perso, ma venga utilizzato e ulteriormente ottimizzato per vivere questo nuovo momento al meglio, con tutte le novità e le sfide che si presenteranno.