di Sara Bernardelli
Si è conclusa domenica 10 agosto a Washington DC la conferenza annuale dell’APA-American Psychological Association; un’occasione per approfondire numerose tematiche e incontrare colleghi provenienti da tutto il mondo.
Molti gli argomenti affrontati che hanno riguardato tutte le aree della psicologia. Le sessioni plenarie sono state focalizzate su: 1) Il rapporto tra la Psicologa e la salute pubblica, 2) Psicologia e violenza, 3) La riforma sanitaria americana, 4) Le controversie e le difficolta’ di comunicazione all’interno della psicologia, 5) Il rapporto tra psicologia e le nuove tecnologie, 6) I meccanismi e i processi sottostanti il cambiamento, 7) Psicologia internazionale. Interessante e’ stato l’intervento del Prof. Bonanno della Columbia University che ha parlato di resilienza e trauma, analizzando le differenze individuali in risposta ad eventi traumatici quali attacchi terroristici, guerre, interventi chirurgici nella cura del cancro ed esiti di danni alla spina dorsale.
Un simposio interessante e’ stato tenuto dal Prof. DiGuseppe, nuovo presidente della Division 29 sulla psicoterapia dell’APA e professore presso la St John’s University e l’Albert Ellis Institute di New York che ha parlato dell’importanza di supportare e proseguire con la ricerca in psicoterapia, affinché la pratica sia guidata dalla scienza. L’obiettivo è quello di definire standard precisi per la ricerca in psicoterapia che possano definire se una psicoterapia e’ efficace o meno.
Tra le sessioni plenarie da segnalare anche quella tenuta dal Prof. Ivry della California University- Berkeley, che ha mostrato i risultati di uno studio che ha messo in evidenza come disfunzioni a carico del cervelletto abbiano un ruolo nello sviluppo di disfunzioni neurologiche e psichiatriche. Interessanti sono stati gli incontri tenuti all’interno delle Division specifiche, in particolare gli incontri organizzati dalla Division 52 che si occupa degli studi internazionali. E’ stata una bella occasione di incontro tra studenti e professionisti da tutti gli Stati Uniti e alcune aree del mondo; un bel modo per incontrarsi e confrontarsi su diverse tematiche di interesse comune e un’occasione di scambio di idee e per prendere spunto per nuovi progetti.
Infine, da segnalare anche la partecipazione dell’Italia con due lavori; il primo all’interno di un simposio dal titolo “Assessment of children internationally. Overcoming barriers and informing practice”, dedicato a studi condotti in diversi paesi (Caraibi, Vietnam, Albania e Italia) su diverse tematiche riguardanti l’età evolutiva e il confronto rispetto agli Stati Uniti. Il lavoro presentato, dal titolo “Considerations for assessing child affect, cognition and behavior in Italy”, aveva lo scopo di presentare i dati preliminari di uno studio volto ad indagare le idee disfunzionali in bambini e adolescenti italiani con difficoltà psicologiche e un gruppo di controllo ed è il risultato di un lavoro di project che si sta conducendo da alcuni anni presso la sede SPC e APC di Verona.
Il secondo simposio dal titolo “Recent developments in cognitive therapy in Italy. Making room for emotions and personal experience”, tenuto dal collega Ruggiero Giovanni della scuola Studi Cognitivi di Milano che ha descritto le caratteristiche del cognitivismo italiano fornendo una panoramica della storia e dei principali rappresentanti passati e presenti.
La conferenza e’ stata un’esperienza stimolante che, personalmente, credo abbia fornito la possibilità di vedere somiglianze e differenze con il nostro paese e ha dato l’opportunità di elaborare nuove idee per il lavoro futuro, sottolineando l’importanza della ricerca scientifica come base di partenza e legame imprenscindibile con l’attività clinica in tutte le sue sfaccettature. Arrivederci all’anno prossimo a Toronto!