Autolesionismo: come intervenire

di Niccolò Varrucciu

Analisi e gestione dei comportamenti autolesivi

Secondo l’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), i comportamenti autolesivi non suicidari (NSSI) sono atti tesi al danneggiamento dei tessuti, con conseguenti sanguinamento, ecchimosi e sperimentazione di sensazioni dolorose.

Le principali aspettative che sottendono questo tipo di comportamenti sono la ricerca di sollievo da un sentimento o stato cognitivo negativo, la risoluzione di difficoltà interpersonali o l’induzione di uno stato emotivo positivo.

Tale comportamento s’innesta in un pregresso di difficoltà interpersonali, pensieri o emozioni negative, come autocritica legata a stati d’ansia, tristezza o un periodo di preoccupazione per il comportamento previsto, percepito come difficile da controllare.

Il comportamento autolesivo non dev’essere riconducibile a una pratica socialmente accettata, come i piercing, o essere parte di un rituale e causa un disagio clinicamente significativo, interferenze interpersonali o scolastiche, o in altre aree importanti del funzionamento. Leggi tutto “Autolesionismo: come intervenire”