Coping Power: prevenzione a scuola

di Alessandra Peverini 

LAzienda USL Umbria 2 entra nelle scuole con il programma per la riduzione delle problematiche comportamentali

Il “Coping Power Scuola” (Coping Power Universal – CPU) è un programma di prevenzione universale che mira alla riduzione delle problematiche comportamentali e all’aumento dei comportamenti pro-sociali e del rendimento scolastico all’interno della classe.

Nasce nel 2009 come adattamento del Coping Power Program (CPP) sviluppato da John E. Lochmann e collaboratori e viene inizialmente proposto come intervento per classi difficili con problematiche comportamentali. In seguito, però, grazie alla sperimentazione sul territorio nazionale, il suo utilizzo è stato esteso fino a diventare modello di prevenzione universale.

Proprio in questo contesto si collocano lo studio pilota che si è svolto nell’anno scolastico 2019/2020 nella scuola primaria di Norcia “Alcide De Gasperi-Battaglia” e la sperimentazione iniziata a ottobre, mese per la prevenzione dei disturbi esternalizzanti e ADHD, nella scuola primaria “Erminia Frezzolini” di Sferracavallo (Orvieto). In questo progetto si inserisce anche l’inizio della prima sperimentazione in Umbria in un nido d’infanzia, che si sta realizzando presso l’asilo “La coccinella” dell’Associazione L’Aquilone di Amelia.

Il primo passo per la realizzazione del progetto di prevenzione universale è stato quello di formare gli insegnanti attraverso un corso della durata di dodici ore complessive, tenuto dalla dott.ssa Laura Pannunzi e dal dott. Iacopo Bertacchi, in collaborazione con la ASL 2 di Orvieto e il dipartimento di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza diretto dal Prof. Augusto Pasini.

Il presupposto alla base del Coping Power Scuola è che, agendo per tutta la durata di un anno scolastico sull’intera classe, intesa come un sistema complesso caratterizzato da interazioni e legami specifici tra alunni e docenti, si possono affrontare, ridurre e risolvere i problemi della classe medesima. In particolare, a Norcia, attraverso la storia di “Barracudino Superstar”, il programma ha proposto percorsi operativi e attività articolate in sei moduli che hanno come finalità il potenziamento di diverse abilità, quali: imparare a porsi obiettivi a breve e a lungo termine, riconoscere e modulare i segnali fisiologici della rabbia e acquisire consapevolezza delle proprie emozioni, risolvere adeguatamente le situazioni conflittuali, sviluppare capacità di problem solving, assumere punti di vista diversi dal proprio, riconoscere le proprie e altrui qualità. Barracudino è, infatti, un pesciolino ribelle che partirà per un importante viaggio, grazie al quale migliorerà aspetti di sé, raggiungerà una serie di obiettivi e acquisirà nuove conoscenze e abilità, proprio come gli alunni della classe partecipante.

Ai fini dello studio pilota che si è svolto nella scuola primaria di Norcia, il protocollo ha previsto la compilazione di due questionari da parte dei genitori degli alunni, con lo scopo di raccogliere informazioni circa il comportamento del bambino in sede domestica prima dell’attivazione del progetto e al termine di esso. Nello specifico, ai genitori è stato somministrato il questionario Strenght and Difficulties Questionnaire (SDQ), il quale permette di esplorare le difficoltà e le risorse del bambino, attraverso l’analisi dei comportamenti pro-sociali e le aree di difficoltà o di forza nell’ambito della sfera comportamentale, relazionale ed emozionale. Dai risultati è emerso come negli alunni, rispetto alle condizioni di partenza, i punteggi relativi alle problematiche comportamentali, all’iperattività e alla disattenzione, nonché ai problemi con i pari, siano sensibilmente diminuiti, mentre i punteggi relativi ai comportamenti pro-sociali siano, di contro, significativamente aumentati.

In conclusione, grazie alla disponibilità degli insegnanti, in particolare alla maestra Nunzia Di Cursio e alla preside Isabella Tonti, dei genitori e degli alunni della scuola di Norcia, lo studio pilota, ha confermato l’ipotesi secondo la quale il Coping Power Scuola è in grado di ridurre pattern comportamentali problematici e disfunzionali a favore di un incremento degli aspetti pro-sociali e relazionali. Tali risultati incoraggianti hanno aperto la strada alla possibilità che il programma venga utilizzato all’interno delle scuole del territorio come risorsa preventiva universale e hanno permesso il proseguimento della sperimentazione all’interno della scuola primaria “Erminia Frezzolini” di Sferracavallo, grazie alla disponibilità delle insegnanti e della preside Antonella Meatta dell’Istituto comprensivo di Orvieto, e all’interno del nido “La coccinella” di Amelia, grazie alla disponibilità del team specializzato di maestre Sonia Posati, Valentina Miliacca, Eleonora Varazi e Silvia Boria.

 

Foto di Max Fischer: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-in-camicia-a-maniche-lunghe-marrone-seduto-accanto-a-donna-in-camicia-a-maniche-lunghe-verde-5212678/

Le mie qualità viste dai miei compagni

di Laura Pannunzi

Il riconoscimento e la valorizzazione delle proprie e altrui abilità nel contesto classe attraverso il programma Coping Power Scuola

“Ognuno è un genio – diceva Albert Einstein –  ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”.
La citazione dello scienziato che ha rivoluzionato la fisica del ‘900 trova un senso anche nel campo della prevenzione scolastica.

Imparare a riconoscere le proprie qualità e quelle degli altri rappresenta, infatti, un’abilità indispensabile per ogni essere umano. Se tale concetto si estende all’età evolutiva, risulta facile intuire quanto per un bambino, che sta formando una propria personalità, risulti fondamentale imparare a riconoscere i propri punti di forza e dare valore ai propri progressi.

A questo scopo, il Coping Power Scuola si caratterizza come un programma di prevenzione universale, pensato per l’applicazione nei tre ordini di scuola (infanzia, primaria e secondaria di primo grado), mirato a promuovere il benessere socio-emotivo e potenziare le abilità emotivo-relazionali. Si tratta di un percorso strutturato in sei moduli, ognuno dei quali presenta obiettivi e finalità specifiche, integrato da una molteplicità di strumenti ed esercitazioni esperienziali.

In particolare, nel sesto modulo del programma, si affronta la tematica del riconoscimento delle proprie e altrui qualità.  Attraverso diverse attività svolte in classe, l’insegnante cercherà di veicolare ai bambini i seguenti concetti:

  • Tutti abbiamo delle qualità, degli aspetti positivi;
  • Siamo abituati, spesso, a focalizzarci soltanto sugli aspetti che non ci piacciono di noi e degli altri;
  • È importante imparare a riconoscere le proprie qualità, capacità e risorse per utilizzarle all’interno del gruppo;
  • È importante imparare a riconoscere le qualità dei propri compagni;
  • È importante imparare a fare complimenti agli altri.

Tra le numerose attività inserite nel manuale, c’è “Le qualità dei miei compagni, le mie qualità”: il compito che viene dato ai bambini è di pensare e individuare una o più qualità per ciascun compagno, che poi scriveranno su un foglio in forma anonima. Tale attività permette ai bambini di esprimere apprezzamenti ai compagni senza l’imbarazzo che generalmente si prova nel fare un complimento in prima persona, faccia a faccia.

Nel preparare l’attività si predispongono una serie di fogli formato A4, in numero pari agli alunni della classe, compresa l’insegnante. Su ogni foglio andrà scritto in alto il nome e cognome di ciascun alunno e dell’insegnante.  I bambini e l’insegnante si dispongono in cerchio, con una matita ciascuno.  L’insegnante distribuisce in ordine casuale i fogli ai bambini, facendo però attenzione che a ciascun membro del cerchio non capiti il foglio con il proprio nome.

Ciascuno leggerà il nome del compagno scritto sul foglio e dovrà pensare e scrivere una qualità. Dopo circa due minuti, il docente che conduce l’attività dice “Cambio!”: gli alunni passano il foglio al compagno di destra e ricevono quello del compagno alla loro sinistra, fino a completare le schede di tutti.

A quel punto l’insegnante ritira i fogli, cancella eventuali frasi o parole che non si riferiscono ad aspetti positivi del bambino, che possono essere equivocabili o fraintendibili.

Dato che l’insegnante partecipa all’attività, può avere l’opportunità di scrivere per ciascuno dei propri alunni una o più qualità che possono essere importanti per quel bambino, per rinforzarne l’autostima o evidenziare aspetti che ancora devono essere sviluppati.

Inoltre, se l’insegnante lo reputa opportuno, soprattutto con i bambini più piccoli,  può scrivere alla lavagna una lista di aggettivi o brevi frasi che possano rappresentare la maggior parte delle qualità di una persona.

Dopo aver controllato quanto scritto nei fogli, l’insegnante dispone nuovamente i bambini in cerchio e distribuisce a ciascuno il proprio foglio, con la consegna di leggere attentamente tutte le qualità che i compagni hanno scritto. Sempre in cerchio, ciascuno a turno commenterà il proprio foglio evidenziando:

  • I complimenti ricevuti che hanno accolto con maggior piacere;
  • I complimenti ricevuti che hanno generato in loro sorpresa, che proprio non si aspettavano di leggere;
  • Come si sono sentiti quando hanno letto tutte le qualità scritte per loro dai compagni, che emozione hanno provato;
  • Come si sono sentiti nel momento in cui hanno scritto le qualità di ciascun compagno.

In quest’attività i bambini hanno la possibilità di sperimentarsi nel doppio ruolo di mittente e destinatario di messaggi positivi e questo permette di orientare la discussione di gruppo su alcune riflessioni fondamentali, quali:

  • È più facile sottolineare gli aspetti negativi negli altri, rispetto a quelli positivi. Siamo più abituati a comunicare agli altri le cose che non apprezziamo in loro;
  • Se eliminiamo l’interazione verbale diretta, è più facile comunicare agli altri messaggi positivi e apprezzamenti sulle loro qualità;
  • Ognuno possiede delle qualità, ma non è sempre facile riconoscerle. Gli altri spesso vedono in noi delle qualità che non pensiamo di avere.

Un prezioso contributo, dunque, quello racchiuso nel programma Coping Power Scuola, ideato e curato da  Iacopo Bertacchi, Consuelo Giuli e Pietro Muratori, che si pone come importante guida per le insegnanti che mirano a valorizzare le qualità di ogni singolo alunno.

Perché ciascuno ha qualità e aspetti positivi, basta solo guardare con occhi diversi e scoprirli!

 

Per approfondimenti:

Bertacchi I., Giuli C., Muratori P., Coping Power nella scuola primaria. Gestire i comportamenti problematici e promuovere le abilità relazionali in classe. 2016, Edizioni Erickson. Trento.

Giuli, I. Bertacchi, P. Muratori, ( 2017) “Coping Power nella scuola dell’infanzia” , Trento: Erickson.

Lochman, J.E, Wells, K., Lenhart, L.A. (2012). Il Coping Power Program. Programma per il controllo di rabbia e aggressività in bambini e adolescenti. Edizione italiana a cura di P. Muratori, L. Polidori, L. Ruglioni, A. Manfredi e A. Milone. Trento: Erickson.

Muratori, P., Bertacchi, I., Giuli, G., Nocentini, A., Lochman, J. (2016), Implementing Coping Power Adapted as Universal Prevention Program in Italian Primary Schools: A Randomized Control Trial, «Prevention Science» DOI 10.1007/s11121-016-0715-7

Il Coping Power nella scuola dell’infanzia

di Iacopo Bertacchi e Laura Pannunzi

Una nuova modalità di fare scuola, per prevenire problematiche di comportamento dei bambini e dei futuri ragazzi

Da alcuni mesi è stato pubblicato il volume “Coping Power nella scuola dell’infanzia”, a cura di Consuelo Giuli e Iacopo Bertacchi, psicologi psicoterapeuti ideatori del programma “Coping Power Scuola”, e di Pietro Muratori, psicologo dirigente dell’IRCCS Fondazione Stella Maris (Pisa), formatore del metodo terapeutico “Coping Power” per bambini e adolescenti con Disturbo da Comportamento Dirompente.
È ben noto che le più gravi difficoltà comportamentali sorgono in età pre-scolare e che molti bambini mostrano problemi di adattamento fin dalla scuola materna; per tal motivo, il programma si propone come modello di prevenzione universale delle difficoltà di comportamento nel contesto scolastico.

Il libro presenta il modello del “Coping Power Scuola”, il quale si configura come adattamento nel contesto scolastico del “Coping Power Program” (CPP) di John Lochman – sperimentato attraverso un lavoro di ricerca che ha coinvolto numerose scuole sul territorio nazionale dal 2009 a oggi. Il volume completa il precedente “Coping Power nella scuola primaria”, scritto dagli stessi autori e pubblicato nel 2016. Tale programma propone un percorso strutturato di prevenzione e intervento volto a promuovere le competenze emotive e pro-sociali nei bambini dai 3 ai 6 anni durante lo svolgimento delle normali attività didattiche. Il manuale è suddiviso in sei moduli, ognuno dei quali compone il percorso didattico, articolato lungo l’intero anno scolastico e differenziato per età.

Attraverso la storia di “Ap-Apetta e il viaggio in Lambretta”, il volume propone percorsi operativi e attività ponte per la scuola primaria. Ap-Apetta è, infatti, una piccola ape ribelle che partirà per un importante viaggio, grazie al quale migliorerà aspetti di sé, raggiungerà una serie di obiettivi e acquisirà nuove conoscenze e abilità, proprio come gli alunni della classe. Nello specifico, le tematiche che vengono affrontate all’interno del programma sono:

  • Imparare a porsi obiettivi a breve e lungo termine
  • Acquisire consapevolezza delle proprie emozioni
  • Modulare e gestire le emozioni (autocontrollo)
  • Assumere punti di vista diversi dal proprio
  • Sviluppare capacità di problem solving
  • Riconoscere le proprie e altrui qualità

Se il Coping Power adattato alla scuola primaria è stato integrato nella programmazione didattica, nella scuola dell’infanzia esso rappresenta la programmazione stessa. Si snoda attraverso tutti i campi di esperienza con tre tipi di percorsi: il potenziamento delle abilità cognitive, le attività psicomotorie e il percorso emotivo-relazionale. Tutti e tre gli aspetti convergono verso il raggiungimento dei traguardi di sviluppo previsti al termine della scuola dell’infanzia.

L’originalità di questo programma sta proprio nel fatto che consente di potenziare una serie di abilità emotive, sociali e cognitive all’interno della programmazione didattica e utilizzando strategie in un’ottica inclusiva, stimolando abilità cooperative e di tutoraggio tra i bambini. La storia di Ap-apetta accompagna i bambini per tutto l’anno scolastico rappresentando il filo conduttore di tutte le attività didattiche.

Il programma rappresenta, dunque, l’adattamento del Coping Power alla scuola dell’infanzia ma anche una nuova modalità di fare scuola, che prende in esame lo sviluppo delle competenze e delle abilità utili a prevenire problematiche di comportamento future e gettare le basi per un apprendimento significativo che sia parte della vita dei bambini e dei futuri ragazzi.

Ecco, dunque, un breve assaggio dell’opera “Coping Power nella scuola dell’infanzia” di Consuelo Giuli, Iacopo Bertacchi e Pietro Muratori, che si pone come importante guida e prezioso contributo per chi è clinicamente animato dall’interesse verso la scuola dell’infanzia, per gli insegnanti che andranno ad applicare in prima persona il percorso nelle loro classi e per i genitori e le famiglie.
Per approfondimenti:

  1. Giuli, I. Bertacchi, P. Muratori, ( 2017) “Coping Power nella scuola dell’infanzia” , Trento: Erickson.
  2. Bertacchi, C. Giuli, P. Muratori, ( 2016) “Coping Power nella scuola primaria” , Trento: Erickson.

C’è un “Supertermo” in ciascuno di noi

                                                                                                                               di Laura Pannunzi

Il termometro delle emozioni all’interno del programma “Coping Power Scuola” come strumento per promuovere e potenziare l’autoregolazione emotiva

È opinione diffusa e condivisa tra i clinici della salute mentale e, in particolare, per chi opera con l’età evolutiva, che una buona capacità di regolare gli stati emotivi nel bambino, sia un importante fattore protettivo per lo sviluppo di eventuali psicopatologie. È altresì vero che, per genitori e insegnanti, saper spiegare ai bambini cosa sono le emozioni, qual è la loro funzione, e aiutarli a trovare le strategie per gestirle adeguatamente, non è un compito sempre semplice, in quanto richiede una buona conoscenza dell’argomento e l’utilizzo di un linguaggio semplificato che possa essere bene compreso dai bambini.

Il Coping Power Scuola si caratterizza come un programma di prevenzione universale, pensato per l’applicazione in classi di scuola primaria, mirato a promuovere il benessere socio-emotivo e potenziare le abilità emotivo-relazionali. Leggi tutto “C’è un “Supertermo” in ciascuno di noi”

“Non voglio andare a scuola… Ma sono l’insegnante!”

di Laura Pannunzi

Il modello “Coping Power Scuola”: un programma di prevenzione primaria in ambito scolastico

Ad oggi l’istituzione scuola e, in particolare, i docenti che ne sono all’interno si trovano a fare i conti con un numero sempre più significativo di alunni con difficoltà comportamentali e di autoregolazione emotiva.
È il caso di Carla: “Durante le mie ore in classe – racconta – è il caos, fare lezione sembra impossibile. Non sono in grado di coinvolgere alunni così rumorosi e maleducati, è difficile insegnare quando gli studenti non sanno stare insieme e non rispettano le regole della convivenza. Ho provato a chiedere aiuto ai colleghi, ma anche loro non sanno bene come gestire la situazione e io mi sento sempre più frustrata e fallita nel mio lavoro”.  Eppure Carla è una stimata insegnante di scuola media, con una lunga esperienza didattica alle spalle.  Il senso di frustrazione descritto dalle sue parole rappresenta, infatti, il vissuto di molti insegnanti che si trovano a operare nelle classi cosiddette “difficili”, nelle quali alcuni alunni manifestano scarso rispetto delle regole, aggressività e comportamenti oppositivo-provocatori, che da un lato peggiorano l’apprendimento e il rendimento scolastico degli alunni stessi e dall’altro instaurano un alto livello di stress percepito negli insegnanti. Pertanto, le stesse scuole e i docenti hanno espresso un forte interesse nello sviluppare programmi preventivi e di intervento rivolti a ridurre l’aggressività nel contesto scolastico. Leggi tutto ““Non voglio andare a scuola… Ma sono l’insegnante!””