Dilemmi morali

di Cinzia Calluso
a cura di Barbara Basile

L’integrazione delle valutazioni emotive e utilitaristiche

Nella vita quotidiana spesso ci troviamo a risolvere dilemmi morali. Ad esempio, è giusto torturare un terrorista al fine di ottenere informazioni che potrebbero aiutare a salvare delle vite? Un sempre maggiore interesse è stato rivolto alla comprensione delle basi psicologiche, neurali e computazionali alla base delle scelte morali.

Uno dei modelli proposti postula il coinvolgimento di due sistemi neurali: uno veloce, intuitivo e largamente basato su giudizi di natura emotiva, ed un secondo sistema più deliberativo, lento e basato sull’analisi delle conseguenze utilitaristiche della scelta. Sebbene esistano prove a supporto dell’esistenza di questi due sistemi, non è completamente chiaro in che modo essi interagiscano al fine di ottenere un giudizio morale complessivo. Una possibilità è che essi competano in parallelo, attraverso un processo di mutua inibizione. Un’altra possibilità è che essi operino un’analisi indipendente delle componenti emotive ed utilitaristiche, che vengono poi integrate in un giudizio unitario.

Un recente studio del team di Antonio Rangel ha tentato di fornire una risposta attraverso l’utilizzo di un paradigma di risonanza magnetica funzionale (fMRI). In un primo compito di valutazione emotiva, i partecipanti erano istruiti a valutare una serie di scenari in relazione alla loro risposta emotiva. In un secondo compito, invece, si richiedeva di giudicare esclusivamente i costi e i benefici complessivi, ignorando le emozioni associate ai vari scenari. Questi primi due compiti sono stati disegnati al fine di studiare le risposte neurali selettivamente associate alla valutazione emotiva ed utilitaristica, e di individuare le regioni cerebrali coinvolte. Infine, il terzo compito, prevedeva la formulazione di un giudizio morale complessivo relativo a scenari costruiti dalla combinazione di cattive azioni e conseguenze positive per il bene comune, valutate nei due compiti precedenti.

I risultati hanno evidenziato che le valutazioni a carattere emotivo vedono il coinvolgimento di regioni cerebrali quali il cingolo anteriore (ACC), l’insula ed il giro temporale superiore (STG), mentre quello utilitaristico coinvolge la giunzione temporo-parietale (TPJ) e la corteccia prefrontale dorso-mediale (dlPFC), e la formulazione di un giudizio morale complessivo ha luogo nella corteccia prefrontale ventro-mediale (vmPFC). L’analisi della connettività funzionale tra queste regioni supporta l’ipotesi secondo cui i valori emotivi ed utilitaristici delle scelte vengano elaborati separatamente, ed integrati successivamente nella vmPFC. Tuttavia, solo ACC e dmPFC hanno mostrato profili di connettività coerenti con il passaggio di informazioni alla vmPFC, suggerendo che possano svolgere una funzione di integrazione rispettivamente di informazioni emotive e utilitaristiche, organizzandole in modo funzionale all’integrazione di più alto livello svolta da vmPFC.

Da un punto di vista comportamentale, l’integrazione delle valutazioni emotive ed utilitaristiche si concretizza nella scelta tra omissione ed azione. Uno studio di Gangemi et al., su questo tema ha suggerito che la scelta dell’omissione sia legata a giustificazioni di tipo deontologico (i.e., non giocare a fare Dio o non interferire con l’ordine naturale delle cose) e di assunzione di responsabilità dell’atto, mentre, la scelta di agire vedrebbe una giustificazione di carattere più utilitaristico/consequenzialista, per il perseguimento del bene comune.

Alla luce di questi risultati, è poi interessante notare come le regioni coinvolte nella formulazione della valutazione emotiva siano anche implicate nell’elaborazione della colpa deontologica – legata alla violazione di norme etiche – e del disgusto morale, offrendo importanti prospettive per applicazioni cliniche, in particolare nella sfera del disturbo ossessivo-compulsivo.

Per approfondimenti:

Basile, B., Mancini, F., Macaluso, E., Caltagirone, C., Frackowiak, R. S. J., & Bozzali, M. (2011). ‘Deontological and altruistic guilt: Evidence for distinct neurobiological substrates’. Human Brain Mapping, 32, 229–239.

Gangemi, A., Mancini, F., Cognitiva, P., & Pretorio, V. C. (1999). ‘Moral choices : The influence of the “ Do not play God ” principle’. CogSci, 2973–2977.

Harrison, B. J., Pujol, J., Soriano-Mas, C., Hernández-Ribas, R., López-Solà, M., Ortiz, H., et al. (2012). ‘Neural correlates of moral sensitivity in obsessive-compulsive disorder’. Archives of General Psychiatry, 69, 741–749.

Hutcherson, C. A., Montaser-Kouhsari, L., Woodward, J., & Rangel, A. (2015). ‘Emotional and Utilitarian Appraisals ofMoral Dilemmas Are Encoded in Separate Areas and Integrated in Ventromedial Prefrontal Cortex’. The Journal of Neuroscience, 35, 12593–12605.

Phillips, M. L., Williams, L. M., Heining, M., Herba, C. M., Russell, T., Andrew, C., et al. (2004). ‘Differential neural responses to overt and covert presentations of facial expressions of fear and disgust’. NeuroImage, 21, 1484–1496.

Wicker, B., Keysers, C., Plailly, J., Royet, J.-P., Gallese, V., & Rizzolatti, G. (2003). ‘Both of Us Disgusted in My Insula: The Common Neural Basis of Seeing and Feeling Disgust’. Neuron, 40, 655–664.

Dilemmi morali: come vengono elaborati dal nostro cervello?

di Giorgia Petrova
a cura di Barbara Basile

Trovereste accettabile torturare una persona per ottenere informazioni allo scopo di salvare innumerevoli vite? I giudizi morali richiedono spesso difficili compromessi, in quanto sono situazioni in cui una persona si trova a dover rispondere ad obblighi morali incompatibili, dove è difficile decidere quale deve prevalere sull’altro. Molti studiosi concordano sul fatto che nei processi decisionali siano coinvolti due sistemi distinti legati a diverse modalità di elaborazione dell’informazione. Il primo sistema è caratterizzato da processi mentali veloci, automatici, intuitivi e maggiormente guidati dalle emozioni; il secondo, invece, è caratterizzato da processi lenti, controllati, basati sul ragionamento logico e sul calcolo costi-benefici. Il giudizio morale dunque è influenzato sia da una risposta automatica emozionale sia da un ragionamento cognitivo controllato.  Un dilemma deriverà quindi dal conflitto di questi due processi: quando i due sistemi producono risposte discordanti tra loro alla stessa domanda, essa diventa un dilemma e non importa quale risposta verrà selezionata, una parte di noi rimarrà comunque insoddisfatta della scelta (Cushman e Greene, 2012). Di conseguenza secondo la teoria del doppio processo, sia le valutazioni emozionali che quelle utilitaristiche influenzano la nostre decisioni. Vari studi supportano questa teoria, ma poco si sa delle basi neurobiologiche e del modo in cui questi due sistemi interagiscano tra di loro al fine di prendere una determinata decisione.
Per cercare di indagare meglio questa separazione all’interno del nostro cervello, Hutcherson e collaboratori hanno proposto uno studio utilizzando la risonanza magnetica funzionale. I partecipanti, all’interno del macchinario fRMI, dovevano rispondere a diversi scenari cercando di fornire le valutazioni emozionali e utilitaristiche separatamente. Veniva quindi chiesto, in un caso, di prendere una decisione riguardo allo scenario tenendo in considerazione solo le valutazioni emozionali personali, mentre nel secondo caso veniva loro richiesto di considerare solamente i costi-benefici dell’azione descritta. Infine veniva chiesto un giudizio morale complessivo riguardo l’appropriatezza del mettere in atto delle azioni deprecabili in vista di un bene superiore.
I risultati di questo esperimento mostrano come le regioni cingolata anteriore, l’insula, il giro temporale superiore si attivino maggiormente in risposta alle valutazione di tipo emozionale, mentre la giunzione temporoparietale e la corteccia prefrontale dorsomediale si attivino nelle valutazioni di tipo utilitaristico. Inoltre, il giudizio morale complessivo viene rappresentato in una terza regione separata, ossia nella corteccia prefrontale ventromediale. Il pattern di risposta in queste regioni supporta l’ipotesi iniziale degli autori che le valutazioni emozionali e utilitaristiche siano codificate separatamente e che vengano integrate in una terza area.
Questi risultati sembrerebbero supportare in parte la teoria del doppio processo. In accordo con lavori precedenti sembrano esistere due sistemi separati per l’elaborazione dell’informazione emozionale e utilitaristica, tuttavia questo studio non supporta l’idea che i due sistemi si inibiscano a vicenda, ma semplicemente che lavorino separatamente e che poi si integrino in un unico giudizio finale.