Presto, chiudete i porti!

di Mauro Giacomantonio e Luigi Leone

Gli atteggiamenti negativi nei confronti dell’immigrazione si associano a diverse ragioni psicologiche e a diverse tipologie di populismo

La recente decisione del Ministro degli Interni italiano di non far approdare in Italia una nave che trasportava centinaia di immigrati africani ha scatenato una forte polemica politica che ha affollato i quotidiani italiani e i social network per giorni.

Prescindendo dallo specifico episodio che andrebbe analizzato (in altra sede) in tutta la sua complessità, molti studi scientifici sottolineano che il populismo, soprattutto quello vicino alla destra, si associa a sentimenti negativi nei confronti dell’immigrazione. In Italia il populismo, cioè l’ideologia politica che si basa su forti sentimenti anti-elitari, sulla percezione che il popolo sia molto omogeneo e particolarmente virtuoso, è principalmente rappresentata dal Movimento 5 Stelle (M5S) e dalla Lega, i due partiti la cui alleanza ha portato alla formazione dell’attuale governo.

Dal punto di vista psicologico, è interessante esaminare quali credenze leghino il populismo a sentimenti anti-immigrazione. Inoltre, sarebbe importante chiedersi se i sostenitori dei due principali partiti populisti italiani abbiano convinzioni simili alla base delle loro posizioni contro l’immigrazione: una recente ricerca, ancora non pubblicata, dimostra effettivamente che sebbene coloro che votino Lega e M5S abbiano simili atteggiamenti contro l’immigrazione, le credenze che sottendono tali atteggiamenti sono profondamente diverse.

I sostenitori del M5S tendono a credere che il mondo sia un posto pericoloso in cui lo stile di vita delle brave persone è continuamente minacciato dalle persone “cattive”. In questa visione del mondo prevale la paura, il senso di minaccia e di potenziale ingiustizia. Probabilmente queste credenze si traducono in atteggiamenti contro l’immigrazione perché l’immigrato viene visto come qualcuno che può rubare le già scarse risorse e che potrebbe essere ingiustamente privilegiato.

Negli elettori della Lega prevale, invece, l’idea che il mondo sia una giungla competitiva dove vige la legge del più forte e dove l’affermazione sull’altro, sul più debole, è non solo accettabile, ma anche giusta. Anche in questo caso l’immigrato è una minaccia, ma non tanto per le risorse,  quanto piuttosto per una visione del mondo in cui ci sono gruppi superiori e gruppi inferiori e i primi meritano di più dei secondi e non dovrebbero condividere molto con loro.

Questi dati sembrano anche suggerire che il populismo della Lega e del M5S siano simili ma diversi allo stesso tempo. Il primo si radica nella dominanza sociale e nell’idea che ognuno debba stare al suo posto nella gerarchia sociale, il secondo invece affonda le radici nella paura di perdere risorse e possibilità. Non a caso il M5S ha raccolto consensi soprattutto nel Meridione, economicamente in difficoltà, mentre la Lega è supportata specialmente nel ricco Nord.

Rimane l’accordo sul fatto che, vuoi perché rubano il lavoro e le risorse, vuoi perché acquisiscono dei privilegi che solo noi dovremmo avere in quanto più forti, gli immigrati debbano rimanere a casa loro.