a cura di Giuseppe Femia
A partire da una fotografia narrativa, “una nuvola di smog” (Italo Calvino), gli Autori Paola Spera e Francesco Mancini offrono ai clinici e di conseguenza ai pazienti un nuovo contributo: “Affrontare il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Quaderno di lavoro”, fornendo una descrizione esaustiva di questa manifestazione psicopatologica, vale a dire il DOC, nelle sue diverse declinazioni, evidenziandone il grado di disagio e sofferenza implicati, e promuovendo un approccio pratico per fronteggiare gli aspetti sintomatologici e le conseguenze che ne derivano in ambito personale, relazionale e sociale.
Nella parte introduttiva viene chiarito come spesso, sbagliando, si pensa che il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) sia semplice da comprendere e curare, incorrendo così in errore durante il trattamento. L’immediatezza dell’acronimo – DOC – , l’incidenza elevata di questo disagio e il fatto che sia un disordine noto e diffuso, potrebbero ingannare il clinico portandolo a pensare che sia un disturbo ordinario, e pertanto un terreno facile su cui intervenire.
Contrariamente, nella pratica clinica spesso il DOC si mostra insidioso, complesso e resistente durante il lavoro in psicoterapia.
Ad esempio, la natura “camaleontica” del DOC e la possibilità che questo tipo di disagio possa migrare da una forma ad un’altra per passare per fasi di remissione sintomatologica, rendono alcuni quadri maggiormente complessi in termini di comprensione ed intervento.
I diversi contributi proposti (una squadra di specialisti e clinici che da anni studiano il disturbo ossessivo/compulsivo) evidenziano come, per affrontare questo tipo di disturbo, sia fondamentale sviluppare una competenza specifica e seguire delle linee guida che tengano conto delle più recenti ricerche, ad esempio quelle che chiariscono il ruolo della colpa e del disgusto nella eziopatogenesi del DOC.
Nella prima parte, “conosci il tuo nemico”, vengono affrontati tutti i tipi di DOC e le differenze con il Disturbo ossessivo Compulsivo di Personalità, e vengono descritte le principali ossessioni e compulsioni nelle loro diverse caratteristiche. Proseguendo sono presentate le diverse tecniche cognitive, come l’ ABC, il laddering e la ristrutturazione cognitiva, normalmente impiegate in psicoterapia durante la fase di ricostruzione dello schema di funzionamento. Tutto il testo si pone come una guida pratica ed esplicativa del modello teorico di riferimento da utilizzare durante le fasi di trattamento con il contributo del paziente in seduta o mediante tecniche di homework da condividere successivamente con il proprio psicoterapeuta.
La seconda parte fornisce strumenti per affrontare direttamente il disturbo lavorando sulla riduzione della probabilità e della gravità dell’evento temuto e sull’accettazione della minaccia, cercando di interrompere quei processi di fusione pensiero/azione e pensiero/realtà e intervenendo sulle valutazioni di natura secondaria che di norma incrementano il disagio. Inoltre, viene affrontato e chiarito il rationale dell’ERP, Esposizione con Prevenzione della Risposta, protocollo evidence-based per il trattamento del DOC. Non mancano quelle tecniche che potremmo definire anti-disgusto, che mettono in evidenza quanto questo tipo di emozione sia molto connessa alla fenomenologia del DOC.
La terza parte integra la prospettiva d’intervento, specificando come le tecniche di terza generazione, l’ Acceptance and Commitment Therapy ACT e la Mindfulness siano degli interventi validi e complementari capaci di potenziare il trattamento CBT standard.
Successivamente, viene affrontato il tema dei familiari e del contesto in cui si “accomoda il DOC” evidenziando i cicli di mantenimento di matrice relazionale, ovvero interpersonali, che seppure messi in atto a fini di bene (ad esempio: elargire rassicurazioni, favorire le compulsioni, “pacca sulla spalla”) rinforzano e mantengono la sintomatologia.
Infine, è proposta una sezione dedicata interamente alla prevenzione delle ricadute con particolare attenzione verso alla vulnerabilità storica nel trattamento del DOC. Si sottolinea infatti quanto sia importante individuare da dove originano le credenze disfunzionali e quali siano le esperienze sensibilizzanti alla base del disagio con lo scopo funzionale di impostare un lavoro mediante tecniche afferenti alla Schema Therapy (ST) al fine di re-scrivere le esperienze precoci in cui si è strutturato il vissuto di colpa a causa di esperienze di rimprovero sprezzante e/o di emozioni precoci di disgusto, con l’obiettivo clinico di ottenere una riduzione della sintomatologia. Parallelamente si promuovono interventi ed esercizi volti ad allenare e promuovere le strategie più adeguate a sorvegliare e arginare il rischio di ricaduta.
In conclusione, questo manuale, mediante un linguaggio metaforico, offrendo esercitazioni pratiche e dettagliate, vuole essere una guida applicativa e pragmatica che riesce senza dubbio a far sentire gli psicoterapeuti meno impotenti di fronte alle insidie del DOC con lo scopo ultimo di far sentire maggiormente compresi, validati e certamente meno soli i pazienti che soffrono a causa di un DOC, portandoli , in linea con gli interventi proposti, a sviluppare maggiori abilità di accettazione e gestione della propria problematica.