Premio "fare e conoscere la ricerca in psicoterapia cognitiva"

a cura della Redazione

Il direttivo della sezione regionale Lazio della Società Italiana di Terapia Comportamentale Cognitiva (Sitcc Lazio), al fine di incoraggiare e promuovere la ricerca in psicoterapia cognitiva e, più in generale, nella psicopatologia sperimentale, e contribuire alla diffusione di una cultura psicoterapeutica fondata sulla ricerca sperimentale, ha indetto un premio intitolato “Fare e Conoscere la Ricerca in Psicoterapia Cognitiva”con due sottosezioni:

  • “Fare ricerca scientifica in psicoterapia cognitiva”, destinata alle migliori tesi magistrali in Psicologia delle facoltà di Psicologia del Lazio e dell’Abruzzo;
  • “Conoscere la ricerca scientifica in psicoterapia cognitiva”, destinata alle migliori rassegne su specifici domini di ricerca rilevanti per la psicoterapia cognitiva, redatte da soci (almeno il primo autore) iscritti alla sezione regionale Lazio della Società Italiana di Terapia Comportamentale Cognitiva (Sitcc Lazio).

La partecipazione è riservata a tesi magistrali e rassegne della letteratura scientifica redatte tra gennaio 2013 e gennaio 2015 inerenti ricerche sugli esiti in psicoterapia cognitiva, sul processo terapeutico in psicoterapia cognitiva e sui processi psicologici che generano e mantengono la psicopatologia, in particolare, che caratterizzano il fenomeno della senescenza.

Le prime 5 Tesi Magistrali classificate saranno premiate con € 500,00 e le prime 2 Rassegne con € 800,00.

Per poter partecipare al Concorso occorre presentare la domanda di partecipazione e la documentazione necessaria entro e non oltre il 20 febbraio 2015.

Per una descrizione dettagliata delle modalità di partecipazione è possibile consultare il bando integrale del Premio sul sito www.sitcclazio.it

V Forum sulla Formazione in Psicoterapia: considerazioni a caldo

di Giuseppe RomanoGiuseppe Romano

Il V Forum sulla Formazione in Psicoterapia si è concluso domenica scorsa, 20 ottobre, alle ore 14,00 ma, ancora lunedì, nei corridoi della sede di Roma della Scuola di Psicoterapia Cognitiva, si continuava a parlarne, per riferire a chi non c’era, per commentare i lavori presentati, per raccontare la propria esperienza dal punto di vista umano e professionale.

E allora ho pensato di scrivere due righe “a caldo”, sull’onda di quanto appena accaduto, per fissare il ricordo e descrivere a chi non c’era cosa è successo in questa nuova edizione del Forum.

Sì, perché quest’anno c’erano due novità importanti.

La prima riguardava la presenza di un “ospite straniero” e la seconda una maggiore partecipazione degli allievi in un ruolo che, fino alla scorsa edizione, era stato affidato a docenti e didatti delle Scuole APC-SPC e “Studi Cognitivi”. Leggi tutto “V Forum sulla Formazione in Psicoterapia: considerazioni a caldo”

Partecipazione ad uno studio sperimentale

Nell’ambito dell’attività di ricerca delle Scuole di Psicoterapia Cognitiva APC e SPC, in collaborazione con l’università “Sapienza” di Roma, si sta organizzando uno studio sperimentale sulle fobie specifiche, in particolare dei piccoli animali quali topi, cani, gatti, uccelli, serpenti, ragni e insetti. Lo studio rientra in un filone più ampio sui meccanismi di mantenimento dei disturbi d’ansia.

A tal fine stiamo reclutando persone affette da fobie specifiche per gli animali descritti.
La partecipazione alla ricerca richiede circa 40 minuti, si svolgerà presso il Laboratorio di Neuropsicopatologia, sito in Via dei Marsi 78 – piano terra (stanza 1G), Roma. E’ previsto un piccolo rimborso spese e la restituzione dei risultati dei test.

Contatti
grazia.spitoni@uniroma1.it
06.49917620

Peccato non esserci stato…

di Carlo Buonanno

Domenica scorsa si è concluso il II meeting europeo sul Disturbo Ossessivo Compulsivo organizzato dal gruppo di interesse sul DOC della EABCT. “Peccato non esserci stato…”. Assisi è da tempo spirito e scienza, nell’occasione teatro raccolto a riflettere su uno dei disturbi più impegnativi per chi si occupa di salute mentale. Controllo, pulisco, conto e riconto, ripulisco e ricontrollo!
Mi fermo a pensare e mi ritrovo in preda ad una facile associazione. Banale. Assisi, roccaforte medievale, stretta tra riti e rituali. Poi penso che questo è il secondo anno e che la cittadella dovrà essersi abituata al ruolo di mediazione e che in fondo sono secoli che gli esseri umani (alcuni) scelgono questo posto per riunirsi in consessi. Per fede o per Sapienza.
Ad Assisi si riflette bene. Era l’aria che tirava l’anno scorso ed è l’aria che è tirata quest’anno. Con qualche presenza italiana in più, a testimoniare lo stato di salute del cognitivismo di casa nostra.
Non posso fare una cronaca, perché non c’ero, ma rimando alle impressioni pubblicate da Erik Andersson sul proprio blog:

prima giornata
(http://rucklab.com/2012/05/11/assisi-day-1/)
seconda giornata
(http://rucklab.com/saturday-report-in-assisi-italy-2/)

Leggendo, mi ricompare in mente il clima dello scorso anno. Regret e ricomincio con il mantra, pardon, la colpevole litania: “peccato non esserci stato… “.
Dimenticavo. Anche questa volta, alla Dr.ssa Barcaccia il merito per l’impeccabile organizzazione. Lo dicono tutti, stranieri compresi. Senza la “r”: thank you, Babara!

Distrarsi paga

di Carlo Buonanno 

Le scimmie utilizzano la distrazione per controllare l’impulsività. Qualche anno fa, Theodor A. Evans e Michael J. Beran (2007) lo hanno dimostrato con un paradigma sperimentale già utilizzato negli anni settanta con i bambini (Mischel, et al., 1972; Miller et al., 1976; Toner et al., 1977). L’esperimento è stato condotto con 4 soggetti, impegnati in un compito di accumulo di caramelle. In una delle due condizioni sperimentali e diversamente dall’altra, le caramelle erano disponibili in ogni momento e venivano progressivamente accumulate in un contenitore adiacente all’animale. Tuttavia, l’accesso alle caramelle ne bloccava la somministrazione. Leggi tutto “Distrarsi paga”

Non ci voglio… non ci posso… non ci devo pensare!!!

di Olga Ines Luppino

Sempre più “affascinata” dal DOC, ancora una volta cerco, leggo e scrivo di ossessioni…in particolare, in questo post, di pensieri intrusivi di natura religiosa e sessuale.

Tra i soggetti affetti da DOC la presenza di ossessioni di natura sessuale e/o religiosa è relativamente comune e si associa ad esiti maggiormente sfavorevoli ai diversi trials di CBT e farmacoterapia (Ferrão et al, 2006; Rufer et al., 2005). I soggetti che sperimentano questo genere di ossessioni tendono a considerare i propri pensieri inaccettabili e causa di esperienze di vergogna ed imbarazzo oltre che di ansia e timore, impegnandosi perciò, in rituali volti a neutralizzare o ad eliminare i pensieri stessi. Leggi tutto “Non ci voglio… non ci posso… non ci devo pensare!!!”

Senti che puzza…d’ansia!

di Carlo Buonanno

Ad occhi ed orecchie inesperte sembra impossibile che situazioni sociali complesse come un crimine, la perdita di una persona cara o una condotta prosociale possano essere decodificate anche grazie al naso. Una conferma che se vedi oltre il tuo naso, sentirai puzza d’ansia, oppure odore di felicità, arriva da un recente studio pubblicato sull’ultimo numero di Emotion.

Ricercatori dell’università di Dresda hanno chiesto a 119 soggetti a quali odori e/o immagini fossero associate le emozioni di base (sono felice se odoro…) ed hanno costruito classi di appartenenza di odori ed immagini, in relazione alle risposte fornite. In questo modo hanno ottenuto 7 classi evoluzionisticamente fondate: Natura, Piante, Animali, Umani, Cultura, Morte, Cibo. Tra gli obiettivi dello studio, testare due canali apparentemente concorrenti: vista ed olfatto. E la vista vince, ma non di tanto. Leggi tutto “Senti che puzza…d’ansia!”

Il CASP, uno strumento per la valutazione critica della letteratura scientifica

di Olga Ines Luppino

Quotidianamente, ciascuno di noi, nel lavorare con i propri pazienti è chiamato a prendere decisioni, sia in ambito diagnostico che terapeutico. In qualità di clinici, per i quali l’aggiornamento diventa sempre più una necessità, prima che una scelta di ordine deontologico, ci troviamo nella condizione di dover selezionare le informazioni maggiormente rilevanti in relazione al caso in esame, per poi scegliere su tale base un piano d’azione, avendo come obiettivo la massimizzazione delle possibilità di successo.

Appare consequenziale a questo punto immaginare che la consultazione e l’analisi del materiale scientifico si basino su un processo sistematico di valutazione critica, e che ogni decisione presa dal clinico, nell’interesse della salute del paziente, possa risultare dalle migliori evidenze disponibili, in linea con i dettami della Medicina Evidence Based definita come ” l’uso coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze disponibili nel processo decisionale riguardante la cura del singolo  paziente” (Sackett et al.1996).

Non tutti  i contributi presenti in letteratura però risultano essere automaticamente di buona qualità.

Come procedere dunque ad una valutazione critica? Come distinguere lavori di buona letteratura da lavori scarsamente apprezzabili, se non per gli spunti teorici, quantomeno dal punto di vista della costruzione metodologica?

Al recente Forum sulla Formazione in Psicoterapia, tenutosi ad Assisi a metà Ottobre, il gruppo di ricerca di cui faccio parte ha presentato i risultati di un primo lavoro di applicazione pratica del CASP (Critical Appraisal Skills Programme), uno strumento che si configura quale alternativa pratica attraverso la quale tentare di rispondere alle domande appena poste.

Il CASP nasce nel 1993 presso il Centre for Evidence-Based Medicine di Oxford; è uno strumento didattico che si propone di promuovere la pratica clinica basata sull’evidenza facilitando lo sviluppo di abilità di valutazione critica della letteratura. Quale strumento di supporto al clinico, rappresenta una sorta di canovaccio sul quale muoversi per meglio orientarsi nell’esaminare in maniera sistematica un contributo scientifico, considerandone la validità, la rilevanza clinica, la generalizzabilità degli esiti.

Si compone di sei diversi questionari, uno per ciascuno dei principali disegni di ricerca utilizzati in letteratura; ciascun questionario consta di 10 domande, adattate al disegno di ricerca in esame e si struttura in 3 sezioni che si interrogano rispettivamente sulla validità dello studio, sull’adeguatezza dei risultati e sull’applicabilità degli stessi.

Dall’esperienza pratica di gruppo condotta sull’applicazione di uno dei questionari CASP ad un campione di 80 lavori RCT, tutti inerenti un preciso ambito di letteratura clinica, è stato possibile trarre alcune considerazioni iniziali: al di là di una serie di limiti strutturali (linguaggio alquanto tecnico e fruibilità non del tutto buona per un clinico non esperto in metodologia della ricerca), CASP fornisce criteri comuni in base ai quali selezionare gerarchicamente le informazioni da ricercare in un lavoro scientifico, indirizzando in modo strutturato e condiviso il processo di decision making e riducendo il gap a tutt’oggi esistente tra la ricerca teorica e la pratica clinica.

Una breve presentazione dello strumento, per ovvi motivi non del tutto esaustiva, che mira a dare spunti di riflessione nonché di approfondimento… a clinici che si aggiornano e che vogliono “decidere bene”… a clinici che sentono la necessità di essere guidati in questo processo…

Riferimenti bibliografici

Baglioni, C., Battagliese, G., Berenci, E., Cardi, V., Carlucci, S., Iaciancio, M., Luppino, O.I., Mancini, A., Marianelli, S., Russo, D., Smimmo, L., Buonanno C. (2009). Il Critical Appraisal Skills Programme (CASP): uno strumento per la valutazione critica della letteratura scientifica. Cognitivismo Clinico, 6, 2, 229-236.

Bradley, PMA, Hill, A. (2001). Critical appraisal skills programme international network: making sense of the evidence. European Journal of Public Health 11:238

Hill, A., Spittlehouse, C. (2001). What is critical appraisal? What is… series, 3(2), 1-8.

Sackett DL, Rosenberg WM, Gray JA, Haynes RB & Richardson WS. (1996) BMJ. 312, 71-72.

AD, Cook DJ, Guyatt GH. JAMA. (1994).  Users’ guides to the medical literature. VI. How to use an overview. Evidence-Based Medicine Working Group.Oxman Nov 2;272 (17), 1367-1371.

Davies, HT, Crombie IK. Hosp Med. (1998). Getting to grips with systematic reviews and meta-analyses. Dec;59(12), 955-8.

www.evidence-based-medicine.co.uk