La dipendenza da smartphone

di Katia Tenore

Nomofobia o sindrome da disconnessione: quando la ricerca di connessione è un modo per disconnettersi dall’ambiente

La nomofobia è definita come “il disagio o l’ansia causati dall’indisponibilità del cellulare, del personal computer (PC) o di ogni altro dispositivo per comunicazioni virtuali”. L’etimologia deriva da “nomo” che è l’abbreviazione di “no mobile”, a cui i ricercatori anglofoni si riferiscono per definire il timore di non essere raggiungibili al cellulare.

Le caratteristiche di nomofobia sono:

  • l’uso regolare e considerevole di uno smartphone, il possedere uno o più dispositivi e portare sempre con sé un caricabatteria;
  • sperimentare ansia al pensiero di perdere il cellulare o nelle situazioni in cui non può essere utilizzato perché lontano o per assenza di rete, per batteria scarica, a causa di assenza di traffico dati disponibile per internet;
  • evitare i luoghi e le situazioni nelle quali l’uso del dispositivo è vietato, come su alcuni mezzi pubblici, teatri e aeroporti;
  • guardare in continuazione lo screen del telefono (“ringxiety”) per controllare se ci sono chiamate o messaggi ricevuti;
  • tenere acceso il cellulare 24 ore al giorno, dormire con il cellulare a letto;
  • avere poche interazioni faccia a faccia perché causano disagio e preferire la comunicazione tramite le nuove tecnologie;
  • incorrere in debiti per l’uso della rete o per l’acquisto dello smartphone.

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