di Stefania Prevete
Fattori di rischio psicologici e sociali della pandemia sui più piccoli
La pandemia Covid-19 e le misure di contenimento adottate hanno determinato, tra le altre cose, l’interruzione di molte attività negli ambienti solitamente frequentati dai bambini. Tali interruzioni hanno necessariamente definito un cambiamento repentino di routine quotidiane consolidate e rassicuranti per i più piccoli, coinvolgendo non solo le relazioni familiari (si pensi all’allontanamento forzato da alcuni membri della propria famiglia), ma anche quelle amicali e di comunità in senso più ampio (scuola, attività sportive o ludiche).
Il mutamento rapido del contesto di vita dei bambini e le restrizioni loro imposte hanno interrotto il consueto supporto sociale dei più piccoli determinando, in diversi casi, notevoli fattori di stress per i genitori, chiamati a trovare nuove strategie educative e di assistenza. In tale contesto, le famiglie più vulnerabili, per ragioni socio-economiche e multifattoriali, risultano essere quelle particolarmente più indifese.
I fattori di rischio nei bambini sono pertanto notevoli. Ridotta supervisione e negligenza, aumento di abusi e violenza domestica/interpersonale, avvelenamento, rischi di lesioni, sovraffollamento familiare e mancanza di accesso ai servizi di protezione dell’infanzia sono solo alcuni dei fattori individuati nella nota tecnica dell’UNICEF in materia di protezione dei bambini durante la pandemia di Coronavirus. A questo si potrebbero aggiungere l’angoscia di morte o di malattia e quella di separazione dalle figure di riferimento, fobie specifiche, manifestazioni di ansia, somatizzazioni, disturbi del sonno e dell’alimentazione e disturbi dell’umore che potrebbero ulteriormente evidenziare il disagio dei più piccoli. Inoltre, attenzionare gli effetti delle chiusure scolastiche nei bambini diviene, secondo alcuni autori, urgente ed essenziale, dato che la scuola è spesso il primo posto in cui bambini e adolescenti cercano aiuto ed esprimono un disagio.
Non conosciamo ancora le conseguenze sulla salute mentale, acute e a lungo termine, del lockdown e di quanto stiamo attualmente vivendo, soprattutto in riferimento alle fasce più deboli della popolazione. Né possiamo definire con esattezza quali saranno le conseguenze emotive di chi si ritrova a vivere la malattia o i lutti ad essa legati. Appare però già evidente che effetti psicologici e sociali indiretti e diretti della pandemia potrebbero essere pervasivi ed influenzare la salute mentale degli individui ora e in futuro.
Ecco che diviene necessario un coordinamento multidisciplinare per raccogliere dati in modo sistematico sugli effetti del lockdown e dell’isolamento sociale, soprattutto se protratto nel tempo (come si prospetta per i bambini), al fine di individuare le migliori strategie per mitigare e gestire i rischi per la salute mentale delle categorie più vulnerabili.
Per approfondimenti
Collishaw S. (2015). Annual research review: secular trends in child and adolescent mental health. J Child Psychol Psychiatry, 56: 370–93. DOI: 10.1111/jcpp.12372
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Holmes E.A., O’Connor R.C., Perry V. H., Tracey I., Wessely S., Arseneault L., Ballard C., Chistensen H., Silver R.C., Everall I., Ford T., John A., Kabir T., King K., Madan I., Michie S., Przybylski A.K., Shafran R., Sweeney A., Worthman C.M. Yardley L., Cowan K., Cope C., Hotopft M., Bullmoret Ed (20202). Multidiscipinary research priorities for the Covid-19 pandemic: a call for action for mental health science. The Lancet Psychiatry. Position Paper 1-14. DOI: 10.1016/S2215-0366(20)30168-1
Nota tecnica: la protezione dei bambini durante la pandemia di Coronavirus. The Alliance for child protection in humanitarian action. https://www.unicef.org/media/66291/file/ITALIAN_Technical%20Note:%20Protection%20of%20Children%20during%20the%20COVID-19%20Pandemic.pdf