Per non andare incontro a problematiche psicologiche di tipo “internalizzante” o “esternalizzante”, è fondamentale capire quale valore il bambino attribuisce al proprio stato d’animo
Ricevere una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA), soprattutto nei primi anni di scuola, solitamente rappresenta un evento inaspettato e critico per i bambini e può esporli a difficoltà cognitive, emotive e motivazionali.
È il caso di Elena, dodici anni, che ha ricevuto diagnosi di DSA in quinta elementare. Sebbene gli interventi riabilitativi abbiano parzialmente ridotto i deficit sul piano accademico, Elena mostra difficoltà a frequentare la scuola, tende a evitare le verifiche e inizia a evidenziare un atteggiamento sempre più ritirato e schivo nei confronti dei compagni. Eppure Elena sa di aver studiato molto. Allora come mai tende a comportarsi così? Cosa può rendere ragione della sua condotta?
La letteratura scientifica riporta molte ricerche che mostrano le possibili correlazioni e comorbilità tra Disturbi Specifici dell’Apprendimento e disturbi emotivi, ma non vi sono ancora studi in grado di definire le relazioni di tipo causale tra disturbo e problematiche emotive specifiche.
All’interno della psicopatologia dell’età evolutiva, le problematiche “internalizzanti” riguardano sintomi emozionali connessi ad ansia, paura, vergogna, bassa autostima, tristezza e depressione, mentre quelle “esternalizzanti” si riferiscono a comportamenti caratterizzati da aggressività, distruttività, difficoltà attentive, impulsività, iperattività e azioni di tipo delinquenziale. Ma quali sono le ragioni per cui un bambino con DSA può andare incontro allo sviluppo di una problematica di tipo internalizzante rispetto ad una esternalizzante? Leggi tutto “Le emozioni nel bambino con Disturbo Specifico dell’Apprendimento”