Il ruolo dell'alessitimia nella relazione tra maltrattamento infantile e disturbi internalizzanti

di Amabile Azzarà
curato da Elena Bilotta

 L’alessitimia può essere definita come la difficoltà a riconoscere e verbalizzare i propri stati emotivi, e a distinguerli dalle sensazioni corporee. In letteratura, diversi studi mostrano come l’alessitimia sia associata all’aver subito maltrattamenti durante l’infanzia (i.e., abuso fisico, emotivo e sessuale, neglect) e alla manifestazioni di disturbi internalizzanti come depressione e ansia.

Uno studio recente si è occupato di questo tema delicato con lo scopo di valutare se l’esposizione al maltrattamento infantile fosse associato positivamente ai sintomi di depressione, ansia e senso di solitudine e se l’alessitimia spiegasse le associazioni tra le diverse tipologie di maltrattamento e tali sintomi.

Hanno partecipato allo studio 339 studenti di un’Università Statunitense, di un’età compresa tra i 18 e i 25 anni ed appartenenti a diverse etnie. Dopo aver ottenuto il consenso informato, i partecipanti hanno risposto in forma anonima a un sondaggio online della durata di circa un’ora. Gli strumenti utilizzati sono stati: la Toronto Alexithymia Scale per valutare l’alessitimia, The Short Mood and Feelings Questionnaire, The General Anxiety Disorder Scale e la UCLA Loneliness Scale per valutare invece le problematiche internalizzanti. Il maltrattamento infantile è stato valutato come ultimo attraverso il Childhood Trauma Questionnaire, al fine di ridurre gli effetti di un’attivazione emotiva relativa al ripercorrere una eventuale storia di maltrattamento sulle risposte agli altri questionari.

Dallo studio è emerso che l’esposizione a tutte le forme di maltrattamento infantile è associata a sintomi di depressione, ansia e senso di solitudine, confermando quindi i precedenti dati presenti in letteratura, e sottolineando anche la valenza degli effetti negativi del maltrattamento infantile sui disturbi internalizzanti. A tale proposito, è opportuno evidenziare come l’attaccamento possa giocare un ruolo importante all’interno di questo fenomeno: gli ambienti familiari trascuranti potrebbero favorire modelli di attaccamento insicuro e nel corso del tempo, non rinforzare o modellare adeguate strategie di coping e l’espressività emotiva, aumentando pertanto il disagio psicologico e i problemi internalizzanti. È emerso poi che trascuratezza fisica ed emotiva e abuso emotivo sono positivamente associati all’alessitimia, confermando quindi la tesi secondo la quale l’esposizione al maltrattamento infantile potrebbe provocare un deficit nel processamento affettivo e contribuire allo sviluppo dell’alessitimia, ovvero dalla difficoltà a elaborare una consapevolezza emotiva. Tuttavia, nello studio, solo la trascuratezza emotiva risulta univocamente associata all’alessitimia.

In sintesi, i risultati dello studio suggeriscono che la trascuratezza (o neglect) emotiva sarebbe la tipologia più significativa di maltrattamento infantile associata all’alessitimia. Pertanto, si ipotizza che proprio la trascuratezza emotiva potrebbe essere il fattore chiave per la prevenzione dell’alessitimia stessa.

All’interno della pratica clinica, gli autori evidenziano l’importanza della valutazione dell’alessitimia per tutti coloro i quali presentano un disturbo internalizzante, perché ciò potrebbe essere un ottimo outcome di efficacia al trattamento psicoterapico di tipo cognitivo-comportamentale. Si suggerisce inoltre di effettuare un iniziale percorso di psicoeducazione emotiva, con la finalità di permettere al paziente di imparare a leggere e riconoscere le emozioni a partire da se stessi, per poi generalizzarle al contesto interpersonale.

 

Bibliografia:

Brown S., Fite P.J., Stone K. & Bortolato M. (2016). Accounting for the associations between child maltreatment and internalizing problems: the role of alexithymia. Child Abuse & Neglect, 52, 20–28.