di Ilaria Martelli Venturi
Quando il ruolo genitoriale diventa risorsa per il recupero psicologico dei bambini con un passato difficile
Nella valutazione dell’idoneità genitoriale all’adozione, i professionisti del settore cercano nei futuri genitori adottivi caratteristiche di personalità e capacità di comprensione degli stati emotivi del bambino superiori rispetto ai genitori biologici, perché i bambini adottati hanno spesso fatto esperienza di abusi, maltrattamenti fisici o verbali, trascuratezza, istituzionalizzazione, abbandono e possono facilmente presentare delle difficoltà. In queste situazioni i genitori possono sentirsi inadeguati, vivere momenti di sconforto e delusione e si sentono incapaci di rispondere in modo appropriato alle esigenze del figlio, soprattutto nei primi due anni dell’adozione, periodo nel quale il bambino deve riorganizzarsi per riuscire a costruire il nuovo legame con genitori adottivi e imparare a fidarsi di loro.
In questo processo i bambini adottivi possono presentare alcune caratteristiche tipiche:
- estrema autosufficienza, perché hanno dovuto imparare a cavarsela da soli molto presto;
- insicurezza e mancanza di autostima;
- autocontenimento: da piccoli si cullano da soli, non piangono, non si lamentano, non chiedono aiuto;
- eccessiva dipendenza dall’adulto;
- mancanza di differenziazione nel comportamento con i genitori adottivi e con gli estranei;
- atteggiamenti eccessivamente aggressivi e provocatori;
- difficoltà a modulare vicinanza e distanza dal genitore: a volte il bambino può esternare affetto mostrando gioia per poi bloccarsi un secondo dopo mostrando diffidenza, distanza e ostilità.
Spesso i genitori adottivi non sono pronti a gestire questi comportamenti, perché credono che il bambino li ami da subito incondizionatamente mentre bisogna avere la pazienza di aspettare che il legame si costruisca e si consolidi e rispettare i suoi tempi.
Alcuni studi hanno messo in luce quali siano le risorse necessarie di un genitore per portare a un buon esito il processo adottivo e al recupero psicologico di questi bambini con un passato così difficile:
- offrire al bambino la sicurezza di essere amati sempre e comunque. I genitori adottivi dovrebbero mostrare al bambino un affetto e una presenza emotivamente costante, in modo da far sì che il figlio possa interiorizzare un nuovo modello relazionale con un genitore amorevole, sensibile e attento che va a contrapporsi con il vissuto prima dell’adozione;
- bilanciare i comportamenti amorevoli con quelli autorevoli;
- incoraggiare il figlio a parlare di ciò che prova;
- comprendere che spesso alcuni atteggiamenti provocatori che assume il bambino non sono diretti al genitore, ma gli servono per verificare la disponibilità dell’adulto, come a dire: “Fino a che punto mi posso spingere? Mi vorrai sempre con te pure se mi comporto male?”. Proprio in queste situazioni bisogna imparare a interrompere immediatamente la provocazione. Non sempre è facile e se il genitore si trova in difficoltà è bene che chieda aiuto a professionisti del settore perché queste sono le situazioni più comuni in cui si innescano dei problemi che rischiano di compromettere lo sviluppo armonico della personalità del bambino, nonché compromettere la serenità familiare;
- quando il bambino mostra rabbia, rifiuto o allontana i genitori adottivi, comprendere il dolore, la sofferenza e la paura dell’abbandono che sono alla base di tali atteggiamenti e rispettare i suoi tempi;
- sostenere, stimolare, incoraggiare e rassicurare il bambino, ogni qualvolta lui dimostra di averne bisogno e non imporre il proprio aiuto quando il bambino non lo richiede;
- evitare atteggiamenti distaccati o imprevedibili: il bambino ha bisogno di sentirsi accettato anche quando sbaglia e ha bisogno di routine e di un ambiente familiare armonico e prevedibile;
- evitare eccessive punizioni;
- quando il bambino fa domande sulla sua origine, rispondere con molta serenità, dandogli tutte le spiegazioni di cui ha bisogno, quindi aiutarlo e sostenerlo nel recupero della propria storia, evitando un atteggiamento preoccupato e ostile. Spesso da giovani adulti, i ragazzi hanno bisogno di comprendere cosa sia successo ma questo non rappresenta una minaccia per i genitori adottivi, bensì serve al figlio per avere una coerenza interna e proseguire la sua crescita in modo armonico.
Per concludere, i genitori adottivi hanno il compito importante di aiutare il figlio nel processo riparativo, e l’adozione può rappresentare una risorsa e una possibilità per ricostruire una visione del sé e del mondo che permetta un futuro equilibrato e sereno per i propri figli adottivi.
Per approfondimenti:
- Ester D’Onofrio et al. “Modelli di attaccamento nei bambini adottati in seconda infanzia e nelle loro madri adottive: un’esemplificazione clinica.”
- John Bowlby, “Attaccamento alla madre in Attaccamento e perdita”, Boringhieri, 1969.
- Grazia Attili: ”Relazioni familiari, adozione e sviluppo psicologico del bambino – Il ruolo dell’Attaccamento, in Curare l’Adozione, a cura di F. Vadilonga, Raffaello Cortina Ed. 2010″