a cura di Giuseppe Femia
“Ciò che mi colpiva, soprattutto, era che non volevo fare assolutamente niente, pur desiderando ardentemente fare qualche cosa. Qualsiasi cosa volessi fare mi si presentava accoppiata come un fratello siamese al suo fratello, al suo contrario che, parimenti, non volevo fare. Dunque, io sentivo che non volevo vedere gente ma neppure rimanere solo; che non volevo restare in casa ma neppure uscire; che non volevo viaggiare ma neppure continuare a vivere a Roma; che non volevo dipingere ma neppure non dipingere; che non volevo stare sveglio ma neppure dormire; che non volevo fare l’amore ma neppure non farlo; e così via.” (A. Moravia, La noia)
L’articolo “Development, validation, and psychometric properties of the Italian and English version of the Boredom Intolerance Scale (BIS)” di Valerio Pellegrini, Estelle Leombruni, Stefania Iazzetta, Marco Saettoni e Andrea Gragnani rappresenta un contributo significativo alla ricerca sulla noia e sulla sua intolleranza, proponendo e validando la Boredom Intolerance Scale (BIS). La BIS rappresenta il primo strumento specifico per misurare il grado di tolleranza individuale all’esperienza della noia.
La noia, spesso trascurata in ambito clinico, è descritta in letteratura come uno stato emotivo transitorio in cui si avverte uno stallo rispetto ai propri scopi di vita. Questo stato gioca un ruolo cruciale nella nostra psicologia, non solo nella normalità ma soprattutto in relazione a diversi fenomeni psicopatologici rilevanti. Alcuni individui la vivono come un’emozione neutra o gestibile, mentre per altri diviene un’esperienza intollerabile, innescando strategie di “fuga” che possono diventare disfunzionali. Per alcuni la noia è un’emozione spaventevole e da evitare con conseguenze sul piano comportamentale. Ciò che appare rilevante, quindi, non è tanto la presenza o assenza della noia, quanto piuttosto la capacità individuale di gestione di questo stato emotivo e delle sue caratteristiche. L’intolleranza alla noia è infatti concepita come una carente capacità di accettazione e tolleranza di quello stato di stallo della mente che si manifesta in assenza di attività interessanti o significative da perseguire in modo finalizzato.
Chi è intollerante alla noia non riesce, dunque, a modulare quell’l’incapacità e/o impossibilità di perseguire qualcosa di rilevante e di definito nel proprio sistema di valori e scopi. Tale difficoltà nell’esperire la noia sembra avere un ruolo in molteplici forme di disregolazione emotiva e/o di manifestazioni di tipo depressivo.
In generale, la letteratura ha mostrato come la noia sia associata con vissuti di sofferenza psicologica, affettività negativa, anedonia, coping maladattivi, disinibizione e ricerca spasmodica di sensazioni intense. Nello specifico, numerose ricerche hanno evidenziato i suoi potenziali correlati negativi. Studi empirici hanno collegato la noia a diverse condizioni avverse di salute mentale, come depressione e ansia (Farmer & Sundberg, 1986), affettività negativa (Vodanovich et al., 1991), ostilità e rabbia (Rupp & Vodanovich, 1997), alessitimia (Eastwood et al., 2007), disturbi di somatizzazione (Sommers & Vodanovich, 2000), iperalimentazione e binge eating (Stickney & Miltenberger, 1999), gioco d’azzardo patologico (Mercer & Eastwood, 2010), uso di marijuana (Lee et al., 2007), abuso di alcol (Wiesbeck et al., 1996), insoddisfazione lavorativa (Kass et al., 2001) e scarso rendimento accademico (Jarvis & Seifert, 2002). La noia è stata inoltre associata alla percezione di uno scarso significato della vita (Fahlman et al., 2009), ridotta autorealizzazione (McLeod & Vodanovich, 1991) e soddisfazione esistenziale (Farmer & Sundberg, 1986).
Pertanto, la noia sembra essere correlata a sfide significative sul piano sociale, psicologico e fisico.
L’articolo di Pellegrini et al. (2025) si propone proprio di rispondere a questa esigenza, sviluppando e validando una scala in grado di misurare il costrutto di intolleranza alla noia. Nel complesso, la ricerca ha evidenziato che la BIS mostra solide proprietà psicometriche, sia nella versione italiana che in quella inglese, rivelandosi uno strumento affidabile e utile per la ricerca e la clinica. Il lavoro, articolato in tre studi che hanno coinvolto un totale di 1.397 partecipanti, mirava a sviluppare e validare la BIS, e a testarne le proprietà psicometriche della scala. Nello specifico, i risultati dell’analisi fattoriale esplorativa (Studio 1) hanno suggerito una struttura unidimensionale composta da sei item con elevata affidabilità. Questa struttura è stata successivamente corroborata attraverso un’analisi fattoriale confermativa (Studio 2). Lo Studio 2 ha fornito un ulteriore contributo alla solidità dello strumento mostrando l’invarianza della versione italiana della BIS rispetto al genere dei partecipanti. Lo Studio 3 ha mirato alla validazione della versione inglese della scala, confermandone l’affidabilità e l’invarianza di genere anche in questo contesto linguistico. Inoltre, è stata dimostrata l’equivalenza tra le versioni italiana e inglese, rendendo la BIS utilizzabile in diversi contesti culturali e linguistici.
Infine, gli Studi 2 e 3 hanno esaminato la validità di costrutto della BIS evidenziando associazioni significative tra il nuovo strumento proposto e vari costrutti psicologici. In particolare la BIS è risultata associata a misure di noia di tratto e stato, sensibilità al rilassamento, nevroticismo, ansia, rabbia, impulsività, depressione, soddisfazione di vita e senso di scopo nella vita.
I risultati ottenuti indicano che la Boredom Intolerance Scale è uno strumento affidabile e valido per la misurazione dell’intolleranza alla noia, con potenziali applicazioni in ambito clinico e di ricerca. In particolare, la sua utilità potrebbe estendersi allo studio di fenomeni psicologici legati alla disregolazione emotiva, all’impulsività e ai disturbi dell’umore, aprendo nuove prospettive per la comprensione e l’intervento su individui con difficoltà nella gestione della noia.
In conclusione, l’articolo offre una solida base empirica per l’uso della BIS in contesti internazionali e sottolinea l’importanza di considerare l’intolleranza alla noia come un tratto psicologico rilevante circa la salute mentale e per il benessere individuale.
L’articolo è disponibile al seguente link: https://www.sciencedirect.com/…/pii/S0191886925001138
Riferimenti bibliografici
Pellegrini, V., Leombruni, E., Iazzetta, S., Saettoni, M., & Gragnani, A. (2025). Development, validation, and psychometric properties of the Italian and English version of the Boredom Intolerance Scale (BIS). Personality and Individual Differences, 217, 112041. Doi https://doi.org/10.1016/j.paid.2025.113151
Foto di Engin Akyurt: https://www.pexels.com/it-it/foto/donna-in-giacca-nera-3209136/