Trappole e paradossi nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo
Da qualche decennio, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è in grado di proporre soluzioni efficaci per il trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC). Se una persona affetta da questo disturbo facesse quanto indicato dai protocolli terapeutici, avrebbe alte probabilità di guarigione o di un miglioramento significativo. Eppure, in un numero non trascurabile di casi, il paziente ossessivo non aderisce pienamente ai protocolli di intervento. Perché? Le risposte nelle quali ci si imbatte in ambito psicologico e psicoterapico lasciano spesso irrisolti molti punti del problema. Si va da un generico ricorso al concetto di resistenza, a ipotetici vantaggi secondari del disturbo, all’aggressività passiva nei confronti del terapeuta, fino all’immancabile suggestione del desiderio sotterraneo di non guarire.
Ma è davvero così? Chiunque abbia familiarità con il DOC sa che chi ne soffre paga, in termini esistenziali, un prezzo molto alto e sarebbe ben felice di liberarsi del disturbo. Già, ma allora perché a volte il paziente ossessivo sembra non agevolare il processo terapeutico? Una delle tesi più accreditate nel mondo della CBT afferma, sulla base di prove scientifiche, che il DOC nasce dal timore di risultare colpevolmente irresponsabili. Sulla base dell’osservazione clinica possiamo inoltre affermare che il paziente ossessivo appare come una persona soprattutto preoccupata, timorosa, dubbiosa, prudente, ma di certo non aggressiva. Leggi tutto ““Voglio guarire, ma non ci riesco!””