di Alessandro Di Domenico
curato da Elena Bilotta
Diversi studi hanno dimostrato un collegamento tra alcuni tratti di personalità e il rischio di atti violenti. Una diagnosi precoce di disturbo di personalità (DP) potrebbe dunque avere un ruolo importante nella prevenzione di atti violenti finalizzati a danneggiare fisicamente e psicologicamente altri individui.
La ricerca suggerisce che una spiccata propensione all’impulsività e all’aggressività è presente negli individui con disturbi di personalità del Cluster B, soprattutto nei Disturbi Borderline, Narcisistico e Antisociale, che presentano spesso una comorbidità con altri quadri psicopatologici di Asse I come abuso di sostanze e gioco d’azzardo patologico.
Un articolo recente (Lowenstein et al., 2016) ha analizzato la letteratura relativa alla propensione alla violenza in questi tre DP. Approfondendo le differenze tra le varie organizzazioni di personalità, nel Disturbo Narcisistico il tratto dell’aggressività si manifesta maggiormente attraverso una difficoltà nel regolare la rabbia soprattutto quando viene minato il senso di grandiosità e onnipotenza, senza necessariamente sfociare in aggressioni fisiche. I soggetti con Disturbo Borderline di personalità presentano invece dei comportamenti violenti soprattutto nelle relazioni intime, spesso a causa di uno stile di attaccamento insicuro e la presenza di traumi dello sviluppo. Inoltre, è risultato che la difficoltà nella gestione delle emozioni sia il trigger che li predispone maggiormente ad atti di violenza fisica. A differenza dei disturbi precedentemente menzionati, i soggetti con Disturbo Antisociale di Personalità non presentano difficoltà nella regolazione delle emozioni ma tendono ad essere ostili, impulsivi e fisicamente maltrattanti, avendo spesso vissuto in contesti ambientali caratterizzati da violenza e propensione alla criminalità.
Allo scopo di studiare i fattori predisponenti associati a determinati tratti di personalità disfunzionali e arginare tempestivamente il rischio di agiti violenti, nell’articolo citato è stato proposto un modello che prenda in considerazione alcuni criteri diagnostici dei Disturbi Borderline, Antisociale e Narcisistico considerati predittivi: aggressività, instabilità relazionale, ideazione paranoide, senso di diritto e di esclusività, la mancanza di empatia unita alla difficoltà nel cogliere l’altrui punto di vista, la grandiosità e il timore abbandonico. La presenza di questi tratti, al di là della diagnosi categoriale, secondo gli autori, potrebbe rappresentare un importante fattore di predisposizione che, quando associati a fattori precipitanti come le difficoltà interpersonali, l’impulsività e la difficoltà della gestione delle emozioni, potrebbero predirre la messa in atto di comportamenti violenti. L’identificazione di questi tre fattori precipitanti (impulsività, difficoltà interpersonali e disregolazione emotiva), in aggiunta ai criteri “problematici” citati, potrebbe dunque permettere di identificare con maggior successo un eventuale rischio della messa in atto di comportamenti violenti.
In sostanza, gli autori suggeriscono che nella valutazione del rischio di comportamenti violenti, è molto importante che il clinico prenda anche in considerazione la presenza di determinati tratti o criteri diagnostici problematici, piuttosto che concentrarsi esclusivamente a formulare una diagnosi categoriale.
Bibliografia
Lowenstein J., Purvis C., Rose K., “A systematic review on the relationship between antisocial, borderline and narcissistic personality disorder diagnostic traits and risk of violence to others in a clinical and forensic sample” (2016)