Nella Depressione, l’alessitimia è associata a una ridotta attivazione cerebrale in risposta alle espressioni del volto

di Milena Coletti
curato da Elena Bilotta

L’alessitimia è definita come difficoltà a identificare e descrivere le emozioni,  pensiero orientato verso l’esterno, ovvero incapacità di introspezione, pensiero immaginativo ristretto e scarsità di fantasia. Essere alessitimici ha ripercussioni nelle interazioni sociali. I soggetti alessitimici, infatti, hanno difficoltà a riconoscere le espressioni emozionali del volto altrui (sia positive sia negative), il che può essere motivo di difficoltà nella regolazione delle relazioni. Circa 1/10 della popolazione generale manifesta suddetta sintomatologia a livelli clinicamente significativi. L’alessitimia è stata inoltre riconosciuta come fattore di vulnerabilità per diversi disturbi psicosomatici quali la Fibromialgia, i Disturbi dell’alimentazione, il Disturbo Ossessivo-Compulsivo o il Disturbo di panico. Peraltro, più di 1/4 degli individui affetti da Disturbo Depressivo è risultato manifestare sintomi alessitimici.

Studi di neuroimagine hanno rilevato, durante l’elaborazione di uno stimolo emotivo, negli individui alessitimici, una ridotta attivazione dell’amigdala, le regioni premotoria e motoria supplementare, la corteccia prefrontale dorsomediale, l’insula e le regioni occipitali. Altri studi hanno indagato l’attivazione cerebrale in risposta ad espressioni del volto, tramite la risonanza magnetica funzionale, ricavandone che l’alessitimia risulta correlata ad una ridotta attivazione dell’amigdala, dell’insula, del giro fusiforme e paraippocampale e della corteccia temporale superiore e frontale inferiore. Leggi tutto “Nella Depressione, l’alessitimia è associata a una ridotta attivazione cerebrale in risposta alle espressioni del volto”

Alessitimia: necessità o abitudine? Uno studio sull'interazione tra affettività negativa, strategie di coping evitante e alessitimia

di Elena Bilotta

In un articolo appena pubblicato sulla rivista Psychology and Psychotherapy: Theory, Research and Practice (Link: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/papt.12079/abstract; Bilotta, E., Giacomantonio, M., Leone, L., Mancini, F., & Coriale, G. (2015). Being alexithymic: necessity or convenience. Negative emotionality X avoidant coping interactions and alexithymia. Psychology and Psychotherapy: Theory, Research and Practice) abbiamo testato un’ipotesi secondo la quale l’alessitimia trae origine da due “percorsi” alternativi: 1) un’elevata sofferenza emotiva; oppure 2) un’abitudine a utilizzare stili di coping evitante. Tale concettualizzazione è in linea con quella che in letteratura viene definita alessitimia secondaria, ovvero una condizione sviluppata sulla base di sofferenza emotiva e conseguenza di strategie volte a evitare stati interiori avversi (Bailey & Henry, 2007; Marchesi, Brusamonti, & Maggini, 2000), ma a differenza degli studi tradizionali sull’argomento, propone un approfondimento del ruolo svolto dalla preferenza per strategie di coping evitante nella sua insorgenza. Leggi tutto “Alessitimia: necessità o abitudine? Uno studio sull'interazione tra affettività negativa, strategie di coping evitante e alessitimia”