I nostri casi clinici su Mind

di Federica Russo

Psicologi e psicoterapeuti della Scuola di psicoterapia cognitivo comportamentale di Roma contribuiscono alla stesura di casi clinici sul mensile di neuroscienze e psicologia

“La donna dalle mille vite”, “Il dubbio amoroso una perversa ossessione”. Sono i titoli degli articoli pubblicati di recente sulla rivista di divulgazione scientifica Mind – Mente & cervello, a cura degli psicoterapeuti cognitivisti Cecilia Laglia e Giuseppe Femia. A partire dalla scorsa estate, infatti, un gruppo di psicologi e psicoterapeuti che lavora e opera nel centro clinico della scuola di psicoterapia cognitivo comportamentale APC SPC di Roma, diretta dal neuropsichiatria infantile e psicoterapeuta Francesco Mancini, contribuisce alla stesura di casi clinici sul mensile di neuroscienze e psicologia.
Gli articoli finora pubblicati, sottoposti alla supervisione dello psicologo e psicoterapeuta Andrea Gragnani, approfondiscono due tematiche molto comuni nella psicopatologia clinica: “La donna dalle mille vite” analizza il legame tra il Disturbo istrionico di personalità e le carenze di sicurezza e accudimento amorevole durante l’infanzia; “Il dubbio amoroso una perversa ossessione” affronta aspetti del Disturbo ossessivo compulsivo nel rapporto sentimentale.
La pubblicazione di articoli su casi evidenziati durante l’esperienza professionale all’interno della scuola romana proseguirà nei mesi a venire.
Riconducibili a psicopatologie comunemente affrontate nel percorso di psicoterapia, i casi scelti si distinguono per singolarità o attenzione clinica. In particolare, si affronta l’inquadramento diagnostico, che fa riferimento ai criteri del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5), e vengono delineate le caratteristiche cardine del disturbo, il funzionamento del paziente, la proposta di trattamento e l’eventuale esito dello stesso.
Di seguito i link degli articoli finora pubblicati:

La donna dalle mille vite
Quando mancano aspetti fondamentali dell’infanzia, come senso di sicurezza e accudimento amorevole, si può arrivare a soffrire di disturbo istrionico di personalità (DSM-5), che si caratterizza per un’emotività pervasiva ed eccessiva e per un comportamento marcato di ricerca di attenzioni e approvazione da parte degli altri.
https://www.lescienze.it/mind/articoli/2020/06/26/news/la_donna_dalle_mille_vite-4748702/

Il dubbio amoroso una perversa ossessione
Sebbene sia innamorato della sua compagna, il signor A. è ossessionato dai dubbi. Colpa di un disturbo ossessivo-compulsivo che ha origini lontane
https://www.lescienze.it/mind/articoli/2020/12/30/news/il_dubbio_amoroso_una_perversa_ossessione-4861163/

L’amore, una partita a scacchi

di Emanuela Pidri
Il Disturbo Istrionico di Personalità e l’arte della seduzione
Il Disturbo Istrionico di personalità è caratterizzato da un’emotività eccessiva e dalla continua ricerca di attenzione.
Oltre allo stile interpersonale drammatico e seduttivo, caratterizzano
questo disturbo l’impressionabilità, la tendenza alla somatizzazione e la ricerca della novità. Tali caratteristiche compaiono entro la prima età adulta, investono numerosi contesti della vita e li compromettono, causando sofferenza. Le persone istrioniche sono guidate dalle sensazioni e possono passare velocemente da un umore a un altro, vivono ogni esperienza di vita in modo intenso e molto espansivo, sono particolarmente vivaci e divertenti. Sono seduttivi, coinvolgenti, affascinanti, tentatori, si ritengono irresistibili e in grado di conquistare chiunque. La seduttività viene messa in atto anche in situazioni inappropriate, come in ambiti sociali e professionali, al di là di ciò che è adeguato per il contesto.
Per l’istrionico, la seduzione è una partita a scacchi che non può durare molto: si giunge ben presto a una situazione di noia e di saturazione. E così, andrà alla ricerca di un nuovo partner, un trofeo da esibire per ottenere nuovi stimoli, per recitare daccapo la sua parte di conquistatore ed essere, quindi, rassicurato nelle proprie grandi abilità seduttive. L’uomo istrionico può ingannare la partner sul grado del suo impegno e coinvolgimento mentre la donna può ingannare il partner circa la sua fedeltà. Nei rapporti di coppia, queste persone
possono ricercare figure con forte autorità, a cui attribuiscono doti straordinarie e la risoluzione magica dei loro problemi.
Chi soffre di questo disturbo spesso presenta anche una marcata dipendenza affettiva: essendo estremamente dipendente dall’attenzione, dall’approvazione e dal supporto esterni, risulta molto sensibile al rifiuto e terrorizzato dalle separazioni.
Per evitare l’interruzione di un rapporto, può ricorrere a comportamenti estremi e manipolativi, volti ad attirare l’attenzione dell’altro.
All’origine di questa complessa personalità c’è una ferita profonda, un vuoto interiore scavato con la convinzione di non essere meritevole di attenzione e con la paura della solitudine.
Il fulcro della sofferenza dell’istrionico è determinato dal profondo senso di indegnità, mancanza d’affetto, inadeguatezza.
Dal punto di vista biologico, le persone che soffrono di questo disturbo presenterebbero un temperamento caratterizzato da ipersensibilità e dalla ricerca esterna di gratificazioni. Sul piano psicosociale, le persone che hanno sviluppato il disturbo istrionico di personalità spesso hanno sperimentato durante l’infanzia difficoltà nella soddisfazione dei loro legittimi bisogni di attenzione e cure. Ambienti familiari caotici, contraddittori, senza regole, facilitano l’insorgenza di questo disturbo. Spesso si tratta di rapporti che si basano sulla non autenticità, dove si considera solo l’apparire e non l’essere.
La terapia di tale disturbo è molto difficile. Nel trattamento Cognitivo Comportamentale, il paziente viene aiutato a identificare le proprie emozioni, i propri pensieri e gli eventi a cui questi sono correlati. Successivamente, il terapeuta collabora col paziente al fine di individuare e modificare le sue credenze centrali disfunzionali relative a: ritenere di essere incapaci di prendersi cura di se stessi tanto da dover ricercare costantemente attenzione e cure da parte degli altri; presentare eccessiva sensibilità al rifiuto e ricercare costantemente approvazione; ritenere che l’interruzione di un rapporto affettivo possa essere disastroso, mantenendo rapporti insoddisfacenti e inautentici e, dunque, confermando il proprio senso di incapacità a farcela da soli e la loro sensazione di inautenticità. Per un sottotipo di pazienti si è rivelato efficace anche un training per le abilità sociali volto, in particolare, alla modulazione delle emozioni e dei comportamenti impulsivi e allo sviluppo dell’empatia.
Per approfondimenti:
GABBARD, G. O., (2002). Psichiatria psicodinamica. Raffaello Cortina Editore, Milano.
PERRIS C., (1993). Psicoterapia del paziente difficile, Métis, Lanciano.
SEMERARI A., DIMAGGIO G., (2003). I disturbi di personalità. Modelli e trattamento, Laterza, Roma-Bari.
SEMERARI A., DIMAGGIO G., NICOLO’ G.,(2016). Curare I casi complessi. Laterza, Roma.