Genitori non si nasce, si diventa

di Sonia Di Munno

Depressione post partum. Un trattamento efficace per i genitori

Il periodo della gravidanza e quello successivo al parto sono molto particolari e delicati per la famiglia. La madre, in primis, vive un momento che può essere meraviglioso ed entusiasmante ma anche di grande fragilità e vulnerabilità. Il cambio di ruolo, la riorganizzazione familiare, le paure, il senso di inadeguatezza possono portare alcune donne a sviluppare una depressione post partum. Il disturbo generalmente esordisce dalla sesta alla dodicesima settimana dalla nascita del figlio: la madre si sente inadeguata, impotente e triste e molte volte provare questa tristezza può portare a sentimenti di colpa e vergogna che non permettono di chiedere aiuto.

Simile alla depressione post partum è il baby blues, un disturbo dell’umore transitorio (in genere scompare dopo il primo mese), molto comune nelle neomamamme, dovuto principalmente al cambiamento ormonale e caratterizzato da lievi sintomi depressivi.

La depressione post partum comporta una varietà di sintomi: dai disturbi del sonno, dell’appetito e di concentrazione alla sensazione di vuoto, inadeguatezza, dall’assenza di piacere a pensieri di poter far del male al bambino o che la vita sia inutile.

Vi sono dei fattori di rischio che possono portare alla depressione post partum, come avere una depressione prenatale, ansia prenatale, mancanza di supporto sociale, stress finanziario o coniugale ed eventi avversi nella vita, aver avuto in passato una precedente storia di depressione o aver sofferto di baby blues dopo la nascita. Anche la giovane età della madre può essere un fattore di rischio (è molto più frequente nelle madri adolescenti). Inoltre, come per molti altri disturbi, aver subito dei traumi (abusi sessuali sia nell’infanzia sia nell’età adulta) o aver sperimentano degli eventi stressanti prima e durante la gravidanza può portare a sviluppare questa patologia.

Di solito i trattamenti per questo disturbo comprendono l’uso dei farmaci antidepressivi e di psicoterapia; tuttavia durante la gravidanza e l’allattamento, devono essere molto ben valutati e limitati perché possono comportare rischi sia per il feto sia per la madre, aumentando la suscettibilità a disturbi come l’ipertensione. Per questo motivo sono stati studiati e convalidati nuovi trattamenti per il benessere della mamma e del bambino, con dei protocolli molto efficaci che si basano sui mindfulness-based programs (MBP) e sulla compassione.

I programmi basati sulla mindfulness (consapevolezza) sono corsi educativi mente-corpo, che hanno lo scopo specifico di allenare la mente, attraverso la pratica della meditazione, ad adottare una consapevolezza non giudicante focalizzata sul momento presente. Per “compassione”, si intende un particolare orientamento della mente che riconosce l’universalità della sofferenza nell’esperienza umana e coltiva la capacità di affrontare quella sofferenza con gentilezza, empatia e pazienza. Crescono le prove che la compassione sia un meccanismo importante negli MBP e alcuni ricercatori sostengono l’importanza di un’esercitazione pratica alla compassione all’interno del percorso. Questi trattamenti hanno dimostrato di essere efficaci sia per i sintomi di depressione sia per altri disturbi mentali.

Gli MBP producono un  miglioramento della salute e del benessere mentale e fisico,  riducono significativamente i sintomi della depressione e prevengono le recidiva alla stessa, oltre a essere un valido aiuto per la gestione e la riduzione dello stress. Nel caso specifico del periodo peri/post natale hanno aiutato anche a gestire il dolori e i fastidi della gravidanza (compreso quello del parto), diventando un valido aiuto per i genitori in attesa; queste pratiche hanno permesso anche di  aumentare la disponibilità e le attenzioni dei genitori alla cura del bambino una volta nato.

Genitori non si nasce ma si diventa, e questo momento di passaggio e di cambiamento nella vita di un genitore porta con sé anche tante paure e difficoltà, insite nella natura umana. Come diceva Terenzio: “Homo sum, humani nihil a me alienum puto”, sono un essere umano, niente che sia umano mi è estraneo.

Per approfondimenti

Jennifer L. Payne, Jamie Maguire (2019), Pathophysiological Mechanisms Implicated in Postpartum Depression, Neuroendocrinol. 52: 165–180. doi:10.1016/j.yfrne.2018.12.001.

Ministero della salute (2017), La nostra salute, Enciclopedia Salute, Disturbi psichici, Depressione post partum

Olga Sacristan-Martin, Miguel A. Santed, Javier Garcia-Campayo, Larissa G. Duncan, Nancy Bardacke, Carmen Fernandez-Alonso, Gloria Garcia-Sacristan, Diana Garcia-Sacristan, Alberto Barcelo-Soler  and Jesus Montero-Marin (2019); A mindfulness and compassion-based program applied to pregnant women and their partners to decrease depression symptoms during pregnancy and postpartum: study protocol for a randomized controlled trial. Sacristan-Martin et al. Trials, 20:654 https://doi.org/10.1186/s13063-019-3739-z

Time – intensive CBT: una risposta al DOC post partum?

di Viviana Balestrini

In un post precedente abbiamo posto l’attenzione sul Disturbo Ossessivo – Compulsivo (DOC) (per approfondire clicca qui) con esordio o recrudescenza in gravidanza e nel post partum. Ad integrazione di quanto già espresso, è da evidenziare come in questo particolare periodo della vita della donna, il disturbo tende ad avere una rapida evoluzione. Ciò può essere causato da fattori di diversa natura, come lo stress psico-fisico che comporta la cura del bambino, i particolari cambiamenti ormonali (Forray, Focseneanu, Pittman, McDougle, & Epperson, 2010) e il significativo carico di responsabilità che si sperimenta (Abramowitz, Schwartz, Moore, & Luenzmann, 2003). Proprio l’aumento delle responsabilità può agire da agente propulsivo se sussiste una precedente vulnerabilità al timore di colpa per irresponsabilità, stato mentale che costituisce un regolatore nel DOC (Mancini, 2005). Come fornire una risposta alla necessità di intervenire con tempismo per frenare l’ingravescenza del disturbo e contenere le conseguenze negative che il DOC potrebbe avere sulla costruzione del legame di attaccamento? Uno spunto interessante è offerto dalla terapia cognitivo-comportamentale intensiva per il DOC, di cui si stanno occupando dei colleghi del Regno Unito. Leggi tutto “Time – intensive CBT: una risposta al DOC post partum?”

Madri ossessionate

di Viviana Balestrini

Così come per altre situazioni cruciali del ciclo vitale, la gravidanza e il periodo postnatale costituiscono eventi che possono incrementare il rischio di sviluppare o peggiorare condizioni di disagio psicologico o psichiatrico. Spesso si rivolge l’attenzione alla depressione post partum e a altre condizioni che ineriscono a alterazioni umorali, meno frequentemente si fa riferimento ai disturbi d’ansia. Leggi tutto “Madri ossessionate”