di Caterina Parisio
Dipendenza affettiva e paura dellâabbandono
Pare che lâespressione âpiantare in assoâ si debba a Teseo che, uscito dal labirinto grazie allâaiuto di Arianna, anzichĂ© riportarla con sĂ© da Creta ad Atene, la lascia sullâisola di Naxos. In Naxos: in asso, appunto.
Scorrendo le pagine dellâultimo libro di Chiara Gamberale, âLâisola dellâabbandonoâ, si puĂČ trovare questa digressione al mito greco di Teseo e Arianna, usata per tessere le fila della storia della protagonista: una storia di abbandono e dipendenza, cambiamento e rinascita. Proprio sullâisola di Naxos, Arianna, lâinquieta e misteriosa del romanzo della Gamberale, sente lâurgenza di tornare. Ă lĂŹ che, dieci anni prima, in quella che doveva essere una vacanza, Ăš stata brutalmente abbandonata da Stefano, il suo primo, disperato amore, e sempre lĂŹ ha conosciuto Di, un uomo capace di metterla a contatto con parti di sĂ© che non conosceva e con la sfida piĂč estrema per una persona come lei, quella di rinunciare alla fuga. E restare. Ma come fa una straordinaria possibilitĂ a sembrare un pericolo? Come fa unâassenza a rivelarsi piĂč potente di una presenza?
Il tema della dipendenza affettiva e della paura dellâabbandono ha radici molto lontane: Ovidio nel 24 a.C. introduceva cosĂŹ lâargomento: ânon posso vivere nĂ© con te nĂ© senza di teâ. Sebbene le origini siano cosĂŹ profonde, ad oggi la dipendenza affettiva, per insufficienza di dati sperimentali, non rientra tra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali; essa viene classificata tra le âNew Addictionâ, nuove dipendenze di tipo comportamentale, tra cui si trovano la dipendenza da internet, il gioco dâazzardo patologico, lo shopping compulsivo.
Il tema della dipendenza affettiva e della paura dellâabbandono ha radici molto lontane: Ovidio nel 24 a.C. introduceva cosĂŹ lâargomento: ânon posso vivere nĂ© con te nĂ© senza di teâ. Sebbene le origini siano cosĂŹ profonde, ad oggi la dipendenza affettiva, per insufficienza di dati sperimentali, non rientra tra i disturbi mentali diagnosticati nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali; essa viene classificata tra le âNew Addictionâ, nuove dipendenze di tipo comportamentale, tra cui si trovano la dipendenza da internet, il gioco dâazzardo patologico, lo shopping compulsivo.
Esattamente come avviene nella dipendenza da sostanze, anche nella Dipendenza Affettiva con il passare del tempo tutto inesorabilmente ruota intorno al partner; spesso la persona dipendente si chiude o evita volutamente gli altri nel tentativo di proteggersi dalle critiche o dal temuto abbandono.
Solitamente sia gli interessi sia gli hobby vengono progressivamente abbandonati e il fulcro dellâesistenza diventa il partner; anche il rendimento lavorativo diminuisce perchĂ© la persona ha la mente costantemente occupata dai suoi problemi sentimentali e trascorre molto tempo a rimuginare per cercare di risolverli. Nei casi estremi, per esempio anche quando il partner Ăš violento, i pazienti dipendenti tendono a giustificarlo, si isolano, mentono o non chiedono aiuto pur di proteggerlo; spesso non riescono a lasciarlo anche quando Ăš a rischio la loro incolumitĂ fisica. Generalmente, i pazienti con Dipendenza Affettiva sono consapevoli degli effetti devastanti che il partner ha nella loro vita, ma esattamente come i tossicodipendenti, non riescono ad astenersi dalla relazione.
La protagonista del libro della Gamberale, incastrata allâinterno di una relazione tossica, sperimenta una delle paure piĂč profonde del dipendente affettivo, la paura di perdere la persona amata, il timore dellâabbandono.
Arianna sceglie, come suo primo grande amore, Stefano, un uomo incapace di essere presente, di amare, dallâumore labile, al quale fa piĂč da madre che da compagna. Arianna e Stefano si incontrano in un reciproco bisogno, che li incastra in una disfunzionale dinamica relazionale: da una parte, Stefano ha bisogno di Arianna per uscire dal labirinto della sua mente, dallâaltra Arianna ha bisogno di legarsi a qualcuno che Ăš incapace di essere presente, cosa che, pur facendola soffrire, le Ăš pur sempre familiare e confortevole.
Chi soffre di Dipendenza Affettiva si sente inadeguato e non degno di amore e vive costantemente con il terrore di essere abbandonato dal partner. La paura dellâabbandono induce al tentativo di controllare lâaltro con comportamenti compiacenti di estrema sacrificalitĂ , di disponibilitĂ e accudimento, con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura.
La tendenza stessa a costruire una relazione di non mutualitĂ , in cui lâaltro e i suoi bisogni sono centrali, induce a lasciare spazio a personalitĂ egocentriche e anaffettive, che finiscono per confermare in chi soffre di dipendenza affettiva la paura di non poter essere degni di amore. Il risultato Ăš un aumento della sacrificalitĂ e un continuo colpevolizzarsi per lâandamento insoddisfacente della relazione. Lâaltro Ăš rincorso esattamente come fanno i giocatori dâazzardo che ârincorrono la perditaâ e non riescono a smettere di giocare.
Lâabbandono di Stefano a Naxos, che produce una grande sofferenza in Arianna, si tramuta tuttavia in unâoccasione di svolta allorchĂ©, proprio in quellâisola, incontra di lĂŹ a poco Di (il Dioniso del mito), un uomo che invece Ăš disposto ad esserci e ad amarla in modo autentico.
ll mito di Teseo e Arianna, dopo lâabbandono della giovane a Naxos, si sviluppa in molteplici varianti, di cui due versioni appaiono particolarmente interessanti: nella prima, il dio Dioniso dona una corona ad Arianna per consolarla e la rende immortale, trasformandola in una costellazione (la Corona Boreale), che diventa una sorta di simbolo perenne dellâabbandono subito; nella seconda versione, invece, Dioniso, giunto sullâisola e innamoratosi di Arianna, la sposa e la fa diventare una dea e il diadema dâoro ricevuto come dono di nozze, lanciato in cielo, diventa costellazione.
Queste due varianti del mito sembrano rappresentare i due possibili modi di reagire allâabbandono: rimanere congelati nel dolore, facendo in modo che la paura di essere lasciati continui a condizionare le nostre scelte, oppure elaborare quel dolore e imparare a gestire quella paura, aprendoci cosĂŹ a nuove opportunitĂ .