di Mauro Giacomantonio
Autocontrollarsi in una situazione può ridurre la capacità di esercitare l’autocontrollo in occasioni successive
Spesso si sente qualche amico dire che, sebbene abbia iniziato faticosamente a fare sport, non ne vede i benefici sulla linea. È frequente che, dopo aver smesso di fumare, alcune persone ingrassino o inizino a comportarsi in maniera più aggressiva. Riflettendo sulle esperienze quotidiane, non è difficile ricordare un episodio in cui poco dopo aver giudiziosamente esercitato autocontrollo – resistendo a un dolce, forzandosi a studiare, risparmiando dei soldi – si sia caduti in qualche banale tentazione che ha vanificato tutti gli sforzi. Perché questa esperienza è così comune nella vita quotidiana delle persone e a cosa è dovuta? In psicologia questo fenomeno è stato studiato con il nome di “ego depletion”, una sorta di indebolimento delle capacità di autocontrollarsi dovuto proprio all’utilizzo, anche limitato, dell’autocontrollo. In altre parole, se una persona usa il proprio autocontrollo in un certo momento, sarà meno capace di controllarsi in un secondo momento.
I primi studi sul tema ipotizzavano che l’autocontrollo funzionasse esattamente come un muscolo che consuma preziose risorse metaboliche. Questa visione ha però lasciato il passo a una spiegazione legata alle motivazioni e non più a una non meglio specificata risorsa fisiologica. In particolare, si pensa che dopo l’esercizio dell’autocontrollo accadano due cose: le persone sono più attratte e ricercano maggiormente ciò che può costituire una piacevole ricompensa (ad esempio, soldi, sesso, cibo gustoso, divertimento); sono fortemente motivate a ridurre i loro sforzi e a conservare le energie mentali per eventuali esigenze future. Come conseguenza, saranno meno concentrate e perseveranti. Leggi tutto “Perché vado a correre ma non dimagrisco? I paradossi dell’autocontrollo”