di Monica Mercuriu   Â
Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda. E lui si dice: “Il mio fiore è lĂ in qualche luogo.”… Ma se la pecora mangia il fiore, è come se per lui tutto un tratto, tutte le stelle si spegnessero.
Antoine de Saint-ExupĂŠry – Il Piccolo Principe                                   Â
La delusione rappresenta un sentimento di amarezza generato dalla mancanza di corrispondenza tra la realtĂ e una propria o altrui speranza.
Si può deludere qualcuno o essere deluso da qualcuno o qualcosa. In entrambe le situazioni, il soggetto non è passivo: genera unâaspettativa su sĂŠ stesso o sugli altri, immagina e si rappresenta uno scenario per lui positivo, e quando la realtĂ si scontra con la sua rappresentazione, senza adeguarsi ad  essa, la persona delusa si sente affranta, triste, prova emozioni sgradevoli che non sempre riesce ad accantonare.
Un bambino che prova delusione ha sicuramente immaginato una situazione in cui gli elementi presenti nella realtĂ vengono uniti insieme dalla migliore delle ipotesi: la speranza, talmente salda, a volte, da essere quasi irrealistica, nonostante la presenza scomoda di altri elementi pronti a contrastarla.
âPapĂ stasera ha detto che farĂ tardi, deve passare a ritirare una cosa⌠Forse si è ricordato che volevo lâalbum in edicola, sicuramente è cosĂŹ e vuole farmi una sorpresaâ. La âmigliore delle ipotesiâ vince sul dubbio e, probabilmente, riesce a prevalere perchĂŠ il bambino ha giĂ sperimentato una situazione simile, con esito positivo, e ciò costituisce un antecedente forte e positivo.
La delusione che potrebbe nascere varierĂ dâintensitĂ , da lieve a molto intensa, qualora il bambino non veda realizzata la sua aspettativa. Il genitore può essere però di grande aiuto nel processo di accettazione, poichĂŠ può confortare nellâimmediato, facendo sentire il bambino al sicuro, e aiutarlo a capire dove il suo ragionamento, condito di speranza, ha seguito unâunica direzione, pur non avendo elementi di rinforzo o conferma. Da una delusione si guarisce, maggiori sono le aspettative infrante, maggiori saranno gli effetti di una delusione, ma pur sempre transitori.
Ma cosa accade quando il genitore comunica al bambino di essere stato deluso da lui, da un suo atteggiamento o comportamento, o magari dal fatto che non ha aderito a una sua richiesta? Sâincontrano qui due stati dâanimo: lâessere deluso del genitore e lo stato emotivo del bambino che ha deluso, caratterizzato spesso da elevati stati dâansia, colpa e vergogna.
Un bambino, vulnerabile o sensibile alla colpa, può trovare inaccettabile questa condizione, sperimenta un fallimento per non essere riuscito nel suo intento o magari per aver fatto qualcosa che il proprio genitore non approva, e si può sentire colpevole, preoccupato, perchĂŠ lâidea di aver generato nel genitore questo stato di forte amarezza è per lui grave. Può generarsi una credenza erronea di dover in tutti i modi far sĂŹ che i propri genitori non si sentano piĂš delusi, alzando quindi costantemente il livello di controllo sulle proprie azioni, mantenendo alti standard di funzionamento a casa, a scuola, persino a livello sociale. Il bambino compie questo processo gradualmente con lo scopo di allontanare il piĂš possibile lâeventualitĂ di essere fonte di delusione. Questo vale anche per gli insegnanti e le altre figure di riferimento che fanno parte della sua vita; molto spesso il timore di deludere lâinsegnante sovrasta il timore di prendere un brutto voto. Nella mente del bambino il voto si recupera, la fiducia una volta persa forse non si recupera piĂš.
Alcuni test utilizzati nellâassessment in etĂ evolutiva, soprattutto quelli che indagano la presenza di nuclei psicopatologici legati alla presenza dellâansia, sono costituiti da questionari self report che il bambino può compilare da solo. Tra gli item proposti, spesso ricorrono le seguenti affermazioni: âtemo di deludere i miei genitoriâ, âpenso che i miei genitori non siano contenti di meâ. Molti sono i bambini che, nellâintervista diagnostica, spiegano come questa sia una delle preoccupazioni piĂš frequenti e importanti.
Un genitore o un insegnante può fare la differenza in queste circostanze. Ă importante comprendere come lâessere deluso e deludere faccia parte del processo maturativo di ogni individuo e come il superamento di tali emozioni porti, molto spesso, a cambiamenti positivi e stabili nel tempo, che tutelano il bambino e lo rendono allo stesso tempo autonomo e responsabile. Ă possibile, però, evitare conseguenze estreme o indesiderate, soprattutto in quelle famiglie dove il pattern di comportamento genitoriale si basa su uno stile di parenting autoritario o iperprotettivo, e dove lâessere colpevoli o fonte di delusione costituisce la base e la modalitĂ di relazione preferenziale con i figli.
Concludendo questa riflessione, ancora una volta il romanzo âIl Piccolo Principeâ può venirci in aiuto e costituire uno spunto di riflessione per lâadulto che di fronte ai singhiozzi di un piccolo principe, deluso e sconfortato può fare la differenza:
Era caduta la notte.
Avevo abbandonato i miei utensili.
Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone della sete e della morte.
Su di una stella un pianeta, il mio, la Terra, c’era un piccolo principe da consolare!
Lo presi in braccio. Lo cullai.
Gli dicevo:
“Il fiore che tu ami non è in pericolo. . . Disegnerò una museruola per la tua pecora. . .
e una corazza per il tuo fiore. . . Io. . .”
Non sapevo bene cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro.
Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo. . .
Il paese delle lacrime è cosĂŹ misterioso.â