di Cinzia Calluso
a cura di Barbara Basile
Il modo in cui prendiamo decisioni che riguardano la sfera della moralità, ovvero come distinguiamo ciò che è giusto ed accettabile da ciò che non lo è, rappresenta un tema che ha da sempre affascinato il mondo scientifico e filosofico.
Nell’ultimo ventennio, diversi studi nell’ambito delle neuroscienze hanno evidenziato la relazione tra la moralità e l’emozione del disgusto (Eskine et al. 2011). In particolare, il lavoro di Hutcherson e collaboratori (2015), è partito dall’analisi della duplice valutazione alla base del giudizio morale – ovvero, quella emotiva e quella utilitaristica – con lo scopo di chiarire in che modo queste due componenti interagiscono al fine di formulare un giudizio morale unitario. Gli autori hanno chiesto ai partecipanti di giudicare dal punto di vista emotivo e, successivamente, dal punto di vista utilitaristico, una serie di azioni, mentre erano inseriti in una apparecchiatura di Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI). In seguito, queste azioni sono state combinate tra loro ed utilizzate al fine di ottenere un giudizio globale di moralità: esso era ottenuto chiedendo ai partecipanti di valutare quanto ritenessero moralmente accettabile una certa azione in vista di uno scopo ultimo (i.e., bene maggiore). Dai risultati è emerso che la valutazione emotiva e la valutazione utilitaristica del giudizio morale sono mappate in regioni cerebrali distinte, che formano network segregati deputati a queste due diverse tipologie di valutazione. Il network responsabile della valutazione emotiva include la corteccia del cingolo anteriore (ACC), l’insula, ed il giro temporale superiore (STG), mentre l’attività della giunzione temporo-parietale e della corteccia prefrontale dorso-mediale correlava con la valutazione utilitaristica.
L’interessamento di regioni quali l’insula, il STG e l’ACC nel network della valutazione emotiva del giudizio morale appare particolarmente interessante alla luce del fatto che queste regioni sono coinvolte anche nell’elaborazione cognitiva del disgusto, e che questa emozione sembrerebbe legata alla disapprovazione morale.
In particolare, alcune porzioni della corteccia insulare sono attivate dall’esperienza di disgusto e tale attivazione predice l’entità dell’esperienza disgustosa (Harrison et al. 2012), mentre la visone di facce che esprimono disgusto sembrerebbe attivare il STG (Phillips et al. 2004). Similmente, la ACC è attivata sia dell’esperienza sensoriale del disgusto, che dalla visione di facce che esprimono questa emozione (Wicker et al. 2003). È inoltre interessante notare che nessuna ricerca ha evidenziato il coinvolgimento del network della valutazione utilitaristica del giudizio morale in risposta all’esperienza di disgusto, suggerendo che il legame tra disgusto e giudizio morale sia di natura eminentemente affettiva.
Infine, un ulteriore tassello a conferma di questo legame deriva anche dall’analisi di pazienti con disturbo ossessivo compulsivo (DOC), caratterizzati da ossessioni morali (i.e., sessuali/religiose), che sembrerebbero esperire disgusto morale auto-diretto (self-disgust). Inoltre, alcuni studi hanno riportato un legame tra sensibilità e propensione al disgusto, giudizio morale e severità dei sintomi DOC nel dominio sintomatologico associato alla moralità (Olatunji et al. 2005; D’Olimpio et al. 2013; Inozu et al. 2014; Whitton et al. 2014).
I dati provenienti della letteratura neuroscientifica supportano l’esistenza di un legame tra disgusto e giudizio morale, suggerendo come quest’ultimo possa in parte derivare dal sentimento di repulsione conseguente alla valutazione affettiva dell’azione.
Reference List
D’Olimpio F, Cosentino T, Basile B, et al (2013) Obsessive-compulsive disorder and propensity to guilt feelings and to disgust. Clin Neuropsychiatry 10:20–29.
Eskine KJ, Kacinik NA, Prinz JJ (2011) A bad taste in the mouth: Gustatory disgust influences moral judgment. Psychol Sci 22:295–299. doi: 10.1177/0956797611398497
Harrison BJ, Pujol J, Soriano-Mas C, et al (2012) Neural correlates of moral sensitivity in obsessive-compulsive disorder. Arch Gen Psychiatry 69:741–749. doi: 10.1001/archgenpsychiatry.2011.2165
Inozu M, Ulukut FO, Ergun G, Alcolado GM (2014) The mediating role of disgust sensitivity and thought-action fusion between religiosity and obsessive compulsive symptoms. Int J Psychol 49:334–341. doi: 10.1002/ijop.12041
Olatunji BO, Tolin DF, Huppert JD, Lohr JM (2005) The relation between fearfulness, disgust sensitivity and religious obsessions in a non-clinical sample. Pers Individ Dif 38:891–902. doi: 10.1016/j.paid.2004.06.012
Phillips ML, Williams LM, Heining M, et al (2004) Differential neural responses to overt and covert presentations of facial expressions of fear and disgust. Neuroimage 21:1484–1496. doi: 10.1016/j.neuroimage.2003.12.013
Whitton AE, Henry JD, Grisham JR (2014) Moral rigidity in obsessive-compulsive disorder: Do abnormalities in inhibitory control, cognitive flexibility and disgust play a role? J Behav Ther Exp Psychiatry 45:152–159. doi: 10.1016/j.jbtep.2013.10.001
Wicker B, Keysers C, Plailly J, et al (2003) Both of Us Disgusted in My Insula: The Common Neural Basis of Seeing and Feeling Disgust. Neuron 40:655–664. doi: 10.1111/j.1365-2672.1990.tb01793.x