Sonno e psicopatologia: un legame in doppio cieco

di Niccolò Varrucciu

Nell’usuale cornice del Centro Convegni Villa Palestro si è svolto, in data 20 maggio, il workshop dal titolo ’Il Trattamento dell’Insonnia nel paziente psichiatrico: farmaci e psicoterapia cognitivo comportamentale’, che ha visto la partecipazione di professionisti di varia estrazione, con lo scopo di dar conto dei molteplici aspetti di un fenomeno tanto comune e importante quanto complesso come il sonno.insonnia

Dopo le presentazioni di rito, effettuate dal dott. Coradeschi, la giornata ha preso il via con una bella rassegna della dr.ssa Devoto sui differenti modelli teorici dell’Insonnia, la quale ha evidenziato come un’accurata valutazione aiuti sia il clinico sia il paziente a diventare consapevoli, monitorare e infine modificare gli aspetti biofisiologici e gli ingredienti cognitivi. Di fondamentale importanza, al fine di avere un quadro completo della situazione, anche la considerazione dell’ormai desueta asse I e dei tratti di personalità.

Come naturale conseguenza, la dr.ssa Lombardo ha illustrato come questa condizione si configuri come un fattore trans-diagnostico, spesso presente fra le fila di molte condizioni psicopatologiche, fra le quali sembrano distinguersi ansia e depressione; in tal senso la ricerca sta ancora cercando di chiarire la possibile funzione dell’insonnia come fattore di rischio per alcuni disturbi, soprattutto riguardanti il tono dell’umore. Leggi tutto “Sonno e psicopatologia: un legame in doppio cieco”

“Non riesco più a dormire!” Curare l’insonnia si può

di Erica Pugliese

La Terapia Cognitivo-Comportamentale applicata all’insonnia risulta efficace nel 75-80% dei casi e riduce o elimina l’uso di farmaci nel 90% dei pazienti

L’insonnia è il più comune fra i disturbi del sonno. Paolo Sorrentino, nel film “Le conseguenze dell’amore”, definisce con tratto magistrale come nelle persone che soffrono d’insonnia ricorra ossessivamente un unico pensiero: addormentarsi. Dati ufficiali dimostrano, inoltre, che la maggior parte degli insonni riporti risvegli notturni frequenti e sonno persistentemente disturbato, leggero e non ristorativo. Sonnolenza, difficoltà di concentrazione, calo del tono dell’umore, irritabilità, stress, ansia e difficoltà in ambito relazionale, lavorativo o in altre aree importanti del funzionamento sociale possono essere invece avvertite durante il giorno.
L’insonnia è, oltre a un disturbo specifico, un sintomo ponte e fattore predisponente o di mantenimento di numerose psicopatologie come la depressione, il disturbo post-traumatico da stress, i disturbi di ansia e di personalità.
Si stima che circa un italiano su cinque abbia il sonno disturbato e, nonostante dormire sia un bisogno irrinunciabile e necessario alla sopravvivenza, ancora pochi si rivolgono a specialisti per porvi rimedio, sottovalutando le numerose conseguenze negative sulla salute.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale applicata all’insonnia (TCC-I) rappresenta oggi un trattamento di prima scelta per la cura del sonno di scarsa qualità. La TCC-I risulta efficace nel 75-80% dei casi e può essere applicata da sola o in associazione a farmaci ipnoinducenti, permettendo di ridurne o cessarne l’uso nel 90% dei pazienti. Leggi tutto ““Non riesco più a dormire!” Curare l’insonnia si può”

Depressione, ansia e insonnia nella terza età

di Brunetto De Sanctis

Gli anziani non sono immuni da problematiche psicologiche ma raramente ricorrono alla psicoterapia: studi dimostrano, invece, quanto sia fondamentale per risolverle

Non c’è una definizione univoca di “invecchiamento” e di “anziano”. Per “invecchiamento” si intende generalmente un complesso insieme di cambiamenti che aumentano il rischio di malattia e di morte, mentre con “anziano”, in ambito geriatrico, ci si riferisce a persone con 65 o più anni di età, distinguendo tra “giovani anziani”, dai 65 agli 80 anni, e “anziani anziani”, dagli 80 anni in su. Secondo dati emersi da studi internazionali sulla salute mentale, tra i disturbi psicologici, il disturbo depressivo è molto presente nell’età anziana, con una percentuale di presenza massima del 12% sopra i 65 anni. I disturbi d’ansia, poi, raggiungono un picco del 15% sopra i 60 anni e, tra questi, il disturbo d’ansia generalizzato è il maggior presente.
La popolazione anziana necessita, dunque, di un’importante considerazione clinico-psicoterapeutica. Le prime ricerche che hanno analizzato l’efficacia della psicoterapia cognitivo-comportamentale (TCC) negli anziani sono stati pubblicati negli anni ’80 e gli studi che si sono susseguiti fino ad oggi hanno dimostrato l’efficacia della TCC sia nel disturbo depressivo sia nei disturbi d’ansia e di insonnia. Nei principali protocolli, viene utilizzato un approccio modulare, agendo rispetto alle necessità del caso specifico.
Considerando il disturbo depressivo, oltre ad un lavoro sui pensieri negativi che causano sofferenza, risulta utile aumentare l’attivazione motoria-comportamentale e la competenza del risolvere i problemi che si presentano nella vita di tutti i giorni.
Nel disturbo d’ansia viene utilizzata la psico-educazione, finalizzata a comprendere come funziona il proprio problema, a gestire l’eccessiva ansia con tecniche di rilassamento, a lavorare sulla riduzione dei pensieri negativi, a migliorare la competenza nel risolvere i problemi. Vengono inoltre attuate strategie di esposizione graduale ai problemi che causano l’ansia e strategie per migliorare la gestione del sonno. Leggi tutto “Depressione, ansia e insonnia nella terza età”

Donne e insonnia, come combatterla

di Fabio Moroni

Frequenti soprattutto in gravidanza o in menopausa, i disturbi del sonno si possono curare con il trattamento Cognitivo-Comportamentale e la Mindfulness

Le donne sono più soggette degli uomini a sviluppare un disturbo di insonnia. Le ragioni di questa differenza di genere non sono ancora completamente comprese, tuttavia un ruolo importante viene dato ai cambiamenti ormonali che nella donna sono unici e più complessi rispetto a quelli dell’uomo. I più grandi cambiamenti ormonali che avvengono durante la fase premestruale, la gravidanza, il periodo postparto e la peri- e post-menopausa, infatti, caratterizzano le fasi della vita della donna in cui il sonno subisce alterazioni. Il cambiamento ormonale che si verifica durante queste fasi può essere accompagnato da diversi problemi fisici, fisiologici e psicologici: l’aumento di peso, l’incremento del bisogno di urinare durante il riposo notturno (nicturia), la nausea, il mal di schiena, il ciclo irregolare, le vampate di calore, i cambiamenti nell’umore, le difficoltà cognitive e i disturbi del sonno.
È stato osservato che durante la gravidanza circa l’80% delle donne lamenta un sonno disturbato e alcuni studi hanno evidenziato che potrebbe essere collegata a una maggiore probabilità di sviluppare una depressione pre- o postparto, mentre grandi studi epidemiologici mostrano che il 28-64% delle donne in menopausa lamenta sintomi di insonnia. Leggi tutto “Donne e insonnia, come combatterla”