Advances in the understanding and treatment of Obsessive-Compulsive Disorder

di Francesco Mancini

È uscito, da pochi giorni, il Numero di Dicembre 2014 di Clinical Neuropsychiatry. Advances in the understanding and treatment of Obsessive-Compulsive Disorder, a cura di Barbara Barcaccia e Francesco Mancini. Tutti gli articoli possono essere scaricati gratuitamente dal sito della rivista http://www.clinicalneuropsychiatry.org/

Il volume raccoglie alcuni dei papers presentati al terzo e al quarto Meeting on OCD del SIG-EABCT tenuti ad Assisi nel 2013 e nel 2014.

In particolare segnalo due articoli, uno di Anholt e Kalanthroff (“Do we need a cognitive theory of obsessive-compulsive disorder?”) e l’altro di Mancini e Barcaccia (“Do we need a cognitive theory of obsessive-compulsive disorder? Yes, we do”). Questi due articoli affrontano un problema di grande attualità: per spiegare i disturbi psicopatologici, ma in particolare il disturbo ossessivo compulsivo, è necessario ricorrere ai contenuti della mente del paziente o, al contrario, ciò non è necessario e si deve ricorrere al funzionamento della mente e dunque a deficit delle funzioni cognitive? cop-cn

Da decenni assistiamo, in campo psichiatrico e psicologico clinico, a una sempre più netta deriva verso spiegazioni neurali o neuropsicologiche dei disturbi mentali. Le prime assumono che alla base dei disturbi mentali vi siano patologie del sistema nervoso. Il prototipo “forte” di questo approccio è la paralisi progressiva, cioè quell’insieme di sintomi prettamente psichiatrici, come deliri di grandezza, allucinazioni, alterazione dell’umore etc, che, a cavallo tra l’800 e il ‘900, si scoprì essere causato dalla infezione cerebrale di treponema, cioè dalla sifilide. Le seconde, connesse con le precedenti, assumono che la chiave di spiegazione dei disturbi psichiatrici siano deficit di alcune funzioni cognitive di base. Il prototipo forte di siffatte spiegazioni è il defict di ToM che sarebbe alla base dell’autismo.

Tali spiegazioni potrebbero essere definite da Dennet “subpersonali” e si differenziano da spiegazioni che tentano di ricondurre i disturbi psicopatologici alla dimensione personale del paziente cioè ai suoi significati, a ciò che egli desidera o teme e a come si rappresenta la realtà, gli altri e se stesso. Questo livello di spiegazione è tradizionale delle psicoterapie e anche del cognitivismo clinico, e riguarda i contenuti della mente del paziente e non tanto il suo funzionamento, cioè la qualità deficitaria delle sue operazioni, e nemmeno il substrato neurale. Si tratta delle cosiddette Appraisal Theories che spiegano il DOC sulla base degli scopi, delle rappresentazioni del paziente. Ad esempio, molte ricerche convergono nel sostenere l’idea che l’attività ossessiva sia finalizzata a prevenire una colpa e/o una contaminazione disgustosa, che sono rappresentate dal paziente come inaccettabili.

La deriva, che potremmo definire “subpersonale”, coinvolge anche il cognitivismo clinico e anche la spiegazione del disturbo ossessivo compulsivo.

Per approfondire
Per approfondire

Anholt e Kalanthroff (“Do we need a cognitive theory of obsessive-compulsive disorder?”) argomentano contro le spiegazioni “personali” del DOC e a favore del ruolo dei deficit cognitivi, in particolare del deficit di inibizione, nella genesi di ossessioni e compulsioni. Il titolo stesso del loro articolo suggerisce la non necessità delle Appraisal Theories per la spiegazione del DOC.

Al contrario, Mancini e Barcaccia (“Do we need a cognitive theory of obsessive-compulsive disorder? Yes, we do”), in conformità a dati rigorosamente sperimentali, contestano le argomentazioni contrarie alle Appraisal Theories, e argomentano a sostegno dell’idea che le spiegazioni contenutistiche, vale a dire quelle che fanno riferimento agli scopi e alle rappresentazioni del paziente, sono necessarie e sufficienti per spiegare ossessioni e compulsioni. Infine, mostrano come le teorie del deficit siano poco sostenute dalla ricerca sperimentale, non siano né necessarie né sufficienti per spiegare il DOC, e, anzi, ciò che appare come deficit sia il risultato degli scopi e delle rappresentazioni attivi nella mente del paziente ossessivo, ad esempio le funzioni esecutive possono essere disturbate dallo scopo, tipicamente ossessivo, di evitare errori, infatti, la performance dei pazienti è più scadente se si mette fretta al paziente.

Linee guida per il trattamento del DOC

di Barbara BasileBasile

Tratto da:  “Guideline watch (March 2013): Practice guideline for the treatment of patients with Obsessive-Compulsive Disorder” di Koran & Simpson

In questo articolo gli autori riportano i risultati di 236 studi, pubblicati dal 2004 ad oggi, in cui è stata studiata l’efficacia dei trattamenti farmacologici e psicoterapici nella cura del Disturbo Ossessivo Compulsivo (su popolazioni di pazienti adulti).

Prima di iniziare, può essere di utilità ri-elencare alcuni dei cambiamenti nei criteri diagnostici del DOC apportati nel nuovo DSM-5 (APA, 2013).

Leggi tutto “Linee guida per il trattamento del DOC”

Risposta cerebrale alterata durante l’elaborazione del senso di colpa nel DOC

di Barbara Basile Basile

È in corso di stampa nella rivista “Brain Structure and Function” (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23681167) l’articolo di Basile, Mancini et al. (2013) dal titolo “Abnormal processing of deontological guilt in Obsessive-compulsive Disorder”.

È noto che la colpa abbia un ruolo chiave nell’eziologia e nel mantenimento del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) (per approfondire clicca qui). Recentemente è stata suggerita l’opportunità di distinguere due componenti del senso di colpa: una componente deontologica, legata alla trasgressione di norme morali introiettate, e una componente interpersonale, legata alla consapevolezza di aver commesso atti contrari all’altruismo (Mancini, 2008; Basile and Mancini, 2011). In studi precedenti è stato riscontrato che la colpa deontologica, ma non quella altruistica, abbia lo stesso substrato neurale del disgusto (Basile et al., 2011), che il senso di colpa deontologico implichi un’attivazione del disgusto maggiore del senso di colpa altruistico (D’Olimpio and Mancini, 2012) e che i pazienti ossessivi siano più sensibili alla colpa deontologica, rispetto a soggetti non clinici (Basile et al, 2011; Mancini and Gangemi, 2012).

Lo scopo del presente lavoro consiste nell’indagare, tramite Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), il substrato neuronale della colpa deontologica ed altruistica in pazienti affetti da DOC.

Per approfondire
Per approfondire

Un gruppo di 13 pazienti con DOC e 19 volontari sani sono stati sottoposti ad  un paradigma sperimentale, precedentemente validato (Basile et al., 2011), volto ad evocare le due emozioni di colpa e altri due stati emotivi (rabbia e tristezza), utilizzati come condizione di controllo.

I risultati dello studio hanno indicato che il gruppo di pazienti DOC mostrava una ridotta attività cerebrale, rispetto agli individui sani, nella corteccia anteriore del cingolo (ACC) e nel giro frontale, quando confrontato con gli stimoli di colpa. Nello specifico, inoltre, i pazienti hanno mostrato una riduzione nell’attività neuronale in aree come l’insula, il precuneo e l’ACC, durante l’elaborazione del senso di colpa deontologico. Nessuna differenza nella risposta cerebrale tra i due gruppi è stata rilevata durante l’elaborazione delle emozioni di colpa altruistica, rabbia e tristezza.

I dati di questa ricerca fMRI supportano l’ipotesi che i pazienti con DOC elaborano in modo anomalo le emozioni associate al senso di colpa, ed in particolare alla colpa di tipo deontologico.

INTERNATIONAL SPRING SCHOOL – Advanced Practical Training

Latest developments in the treatment of OCD – Assisi, ITALY- May, 13th -14th  2013

COURSE OVERVIEW

  • Practical lessons from research for improving CBT for OCD.
  • Common issues in the treatment of OCD: how to motivate patients to use E/RP.
  • The Use of Imaginal Exposure in OCD: Why, When and How?
  • Interpersonal vicious cycles in the maintenance of OCD.
  • Treatment of childhood OCD.
  • Use of metaphor, defusion and acceptance: new tools in the treatment of OCD. ACT and mindfulness.
  • Complex clinical cases.

TRAINERS
Barbara Barcaccia, ITALY
Kitty Dahl, NORWAY
Reuven Dar, ISRAEL
Jonathan Huppert, ISRAEL
Francesco Mancini, ITALY
Patrick B. McGrath, USA
Gisela Röper, GERMANY

COURSE COORDINATOR
Barbara Barcaccia

SPRING SCHOOL ON OCD 2013 ASSISI (download pdf version)
abstracts for the spring school 2013 APC-AVM (download pdf version)

Secondo meeting del gruppo d’interesse speciale (SIG) sul disturbo ossessivo compulsivo – Abstract Book

di Barbara Barcaccia

Il secondo meeting del gruppo d’interesse speciale (SIG) sul disturbo ossessivo compulsivo, nato all’interno dell’EABCT, si è svolto ad Assisi dal 10 al 13 Maggio 2012. I partecipanti provenivano da Italia, Norvegia, Svezia, Israele, Germania, Olanda e USA.
Si è discusso di argomenti scientifici in un clima estremamente amichevole e collaborativo, prendendo spunto dagli interessanti lavori presentati nel corso del meeting.
Il grado di disabilità causato dal DOC è noto a tutti, ecco perché i ricercatori e i clinici devono unire la proprie forze per approfondire la conoscenza del disturbo e per trovare modi più efficaci per aiutare i pazienti ossessivi.
meeting internazionali tra esperti, come quello di Assisi, hanno lo scopo di offrire un’occasione informale e interattiva di scambiarsi delle idee e promuovere progetti di ricerca e collaborazioni tra studiosi di diversi paesi, oltre a quello di mettere a punto strategie più efficaci per diffondere la conoscenza, anche tra il pubblico, delle terapie evidence-based.
Questo è esattamente ciò che è accaduto nel corso dell’ultimo meeting  EABCT sul disturbo ossessivo compulsivo.

Di seguito il link per scaricare il libro degli abstract.

Libro degli abstract

Peccato non esserci stato…

di Carlo Buonanno

Domenica scorsa si è concluso il II meeting europeo sul Disturbo Ossessivo Compulsivo organizzato dal gruppo di interesse sul DOC della EABCT. “Peccato non esserci stato…”. Assisi è da tempo spirito e scienza, nell’occasione teatro raccolto a riflettere su uno dei disturbi più impegnativi per chi si occupa di salute mentale. Controllo, pulisco, conto e riconto, ripulisco e ricontrollo!
Mi fermo a pensare e mi ritrovo in preda ad una facile associazione. Banale. Assisi, roccaforte medievale, stretta tra riti e rituali. Poi penso che questo è il secondo anno e che la cittadella dovrà essersi abituata al ruolo di mediazione e che in fondo sono secoli che gli esseri umani (alcuni) scelgono questo posto per riunirsi in consessi. Per fede o per Sapienza.
Ad Assisi si riflette bene. Era l’aria che tirava l’anno scorso ed è l’aria che è tirata quest’anno. Con qualche presenza italiana in più, a testimoniare lo stato di salute del cognitivismo di casa nostra.
Non posso fare una cronaca, perché non c’ero, ma rimando alle impressioni pubblicate da Erik Andersson sul proprio blog:

prima giornata
(http://rucklab.com/2012/05/11/assisi-day-1/)
seconda giornata
(http://rucklab.com/saturday-report-in-assisi-italy-2/)

Leggendo, mi ricompare in mente il clima dello scorso anno. Regret e ricomincio con il mantra, pardon, la colpevole litania: “peccato non esserci stato… “.
Dimenticavo. Anche questa volta, alla Dr.ssa Barcaccia il merito per l’impeccabile organizzazione. Lo dicono tutti, stranieri compresi. Senza la “r”: thank you, Babara!

Time – intensive CBT: una risposta al DOC post partum?

di Viviana Balestrini

In un post precedente abbiamo posto l’attenzione sul Disturbo Ossessivo – Compulsivo (DOC) (per approfondire clicca qui) con esordio o recrudescenza in gravidanza e nel post partum. Ad integrazione di quanto già espresso, è da evidenziare come in questo particolare periodo della vita della donna, il disturbo tende ad avere una rapida evoluzione. Ciò può essere causato da fattori di diversa natura, come lo stress psico-fisico che comporta la cura del bambino, i particolari cambiamenti ormonali (Forray, Focseneanu, Pittman, McDougle, & Epperson, 2010) e il significativo carico di responsabilità che si sperimenta (Abramowitz, Schwartz, Moore, & Luenzmann, 2003). Proprio l’aumento delle responsabilità può agire da agente propulsivo se sussiste una precedente vulnerabilità al timore di colpa per irresponsabilità, stato mentale che costituisce un regolatore nel DOC (Mancini, 2005). Come fornire una risposta alla necessità di intervenire con tempismo per frenare l’ingravescenza del disturbo e contenere le conseguenze negative che il DOC potrebbe avere sulla costruzione del legame di attaccamento? Uno spunto interessante è offerto dalla terapia cognitivo-comportamentale intensiva per il DOC, di cui si stanno occupando dei colleghi del Regno Unito. Leggi tutto “Time – intensive CBT: una risposta al DOC post partum?”

Non ci voglio… non ci posso… non ci devo pensare!!!

di Olga Ines Luppino

Sempre più “affascinata” dal DOC, ancora una volta cerco, leggo e scrivo di ossessioni…in particolare, in questo post, di pensieri intrusivi di natura religiosa e sessuale.

Tra i soggetti affetti da DOC la presenza di ossessioni di natura sessuale e/o religiosa è relativamente comune e si associa ad esiti maggiormente sfavorevoli ai diversi trials di CBT e farmacoterapia (Ferrão et al, 2006; Rufer et al., 2005). I soggetti che sperimentano questo genere di ossessioni tendono a considerare i propri pensieri inaccettabili e causa di esperienze di vergogna ed imbarazzo oltre che di ansia e timore, impegnandosi perciò, in rituali volti a neutralizzare o ad eliminare i pensieri stessi. Leggi tutto “Non ci voglio… non ci posso… non ci devo pensare!!!”