Disturbo ossessivo-compulsivo e psicosi: una relazione controversa

di Maria Pontillo

Una diagnosi iniziale di DOC non può essere considerata di per sé un prodromo di un esordio psicotico in soggetti diagnosticati con Sindrome di Rischio Psicotico

La relazione tra Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e psicosi fino ad ora è stata indagata seguendo principalmente due filoni di ricerca. Il primo prevede la stima della frequenza di ossessioni e compulsioni in pazienti psicotici; il secondo consiste nello studio della presenza e il decorso di sintomi psicotici in pazienti con iniziale diagnosi di DOC. Quest’ultimo può essere considerato l’approccio più utile all’indagine, per due motivi strettamente connessi: prima di tutto, il fatto che studiare questa relazione in pazienti con psicosi franca rischia di essere soggetto all’effetto confondente esercitato dal trattamento farmacologico in corso, in quanto tra gli effetti collaterali della somministrazione di antipsicotici atipici vi è proprio la comparsa o l’esacerbazione (se già presenti) di manifestazioni ossessivo-compulsive; la seconda ragione riguarda l’esistenza dei criteri di Stato Mentale a Rischio di Esordio Psicotico (“Ultra High Risk” – UHR) o, più recentemente, di “Sindrome di Rischio Psicotico” (“psychosis risk syndrome” – PRS), che consentono l’individuazione di sintomi psicotici “sottosoglia”, così definiti in quanto per la loro frequenza, per la durata e per l’intensità non possono essere inquadrati come francamente psicotici.

A tal proposito, risulta interessante indagare il profilo psichiatrico di pazienti con diagnosi di DOC e Stato Mentale a Rischio, al fine di determinare l’impatto della sintomatologia ossessivo-compulsiva sull’evoluzione sull’outcome del quadro clinico, esaminandone l’associazione tra sintomatologia ossessivo-compulsiva, gravità dello status psichiatrico, funzionamento psicosociale e storia del trattamento farmacologico.

La psichiatra statunitense Tara Niendam e colleghi hanno evidenziato un’elevata prevalenza (14-20%) di DOC nel gruppo di adolescenti e giovani adulti con Sindrome di Rischio Psicotico. Gli studiosi concludono, quindi, che il DOC può essere considerato parte del “quadro prodromico” in adolescenti e giovani adulti a rischio di esordio psicotico. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze tra il gruppo Sindrome di Rischio Psicotico e DOC e il gruppo Sindrome di Rischio Psicotico senza DOC in termini di sintomatologia clinica, livello di funzionamento psicosociale, frequenza di ricoveri e uso di antipsicotici atipici o antidepressivi; inoltre, nessuno dei pazienti con diagnosi iniziale di DOC e Sindrome di Rischio Psicotico manifesta un esordio psicotico franco a distanza di dodici mesi dall’iniziale valutazione. Questo risultato suggerirebbe, dunque, che una diagnosi iniziale di DOC non può essere considerata di per sé un prodromo di un esordio psicotico in soggetti diagnosticati con Sindrome di Rischio Psicotico. Ulteriori ricerche condotte in ottica longitudinale si rendono necessarie al fine di chiarire tale controversa relazione.

Per approfondimenti:

Capitolo “DOC e Psicosi: quale relazione?” di Maria Pontillo e Francesco Mancini  in “La Mente Ossessiva” a cura di Francesco Mancini

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