di Daniela Coda
Un progetto di ricerca sull’accommodation, pensato dalla dott.ssa Cosentino per la S.P.C di Napoli, ha trovato la sua realizzazione con un gruppo di allieve e con l’indispensabile collaborazione della dott.ssa Faraci ed è stato pubblicato sul numero di dicembre di Clinical Neuropsychiatry.
Il termine accommodation indica la tendenza dei familiari di un paziente affetto da D.O.C. a fornire rassicurazioni, partecipare alle compulsioni, facilitare gli evitamenti, sostituirsi al paziente in attività di sua responsabilità. La letteratura ha evidenziato come la convivenza con un familiare affetto da DOC possa avere un profondo impatto bidirezionale: le famiglie influenzano e sono influenzate dal disturbo.
I familiari dei pazienti, oltre a farsi carico e prendersi cura di una persona con un disturbo cronico e invalidante (coinvolgimento aspecifico), sono coinvolti nel fornire una risposta ai sintomi del paziente (coinvolgimento specifico). Le risposte dei familiari si muovono lungo un continuum che va dal coinvolgimento, partecipazione e assistenza ai rituali, fornire continue rassicurazioni, alla resistenza, insofferenza e opposizione ad essi. E’ stato riscontrato che entrambi i pattern, nelle loro direzioni estreme, possono condurre a un aumento dei comportamenti compulsivi ma è lo stile accomodante che può indurre un danno comportamentale maggiore. La maggior parte dei familiari che accomoda, si rende conto dell’inutilità di assecondare, tuttavia non riesce a smettere. Come per il paziente ci chiediamo come mai non riesce a smettere di attuare i rituali, così per i familiari ci chiediamo: come mai continuano ad accomodare? Che cosa impedisce loro di smettere? Che cosa cercano di prevenire?
Scopo dello studio è stato esaminare il fenomeno dell’accommodation tra i parenti di un gruppo di pazienti con DOC, identificare le possibili variabili intervenienti che possono influenzare l’efficacia del trattamento e individuarne i potenziali predittori. I risultati confermano le ipotesi di partenza ma con qualche sorpresa. L’accommodation correla positivamente con i seguenti fattori: a) la sensibilità al senso di colpa. Il familiare tenta di prevenire il senso di colpa, legato al mancato aiuto offerto al paziente, accomoda e viene coinvolto nella sintomatologia in diversi modi, come evidenziato anche dallo strumento che ne misura il tipo e il grado di coinvolgimento (Family Accommodation Scale). b) il senso di colpa di tratto. Questo potrebbe configurarsi come un tratto stabile della personalità, presente costantemente senza che ci siano circostanze esterne che lo giustifichino. c) la sensibilità all’ansia (o anxiety sensitivity) come per prevenire o ridurre le sensazioni di ansia, interpretate come pericolose e dannose. d) uno stile comunicativo passivo per evitare conflitti o rimproveri da parte del paziente o per prevenirne la rabbia qualora non sia assecondato, probabilmente perché convinti di non saperli gestire o comunque tollerarli.
Nella fase della valutazione del disturbo, prendere in considerazione il livello e tipo di coinvolgimento nella sintomatologia, il funzionamento familiare e il tipo di comunicazione consentono al clinico di comprendere le dinamiche familiari e l’influenza che queste possono avere sul disturbo. Ai familiari va spiegato che accomodare ha probabilmente un ruolo negativo nell’aggravamento della sintomatologia del paziente e un peggioramento delle interazioni familiari. E in questa direzione: sarebbe indispensabile ridurre il senso di colpa e il biasimo per i comportamenti del passato e reindirizzare il parente a concentrarsi sui suoi comportamenti attuali, utili per sostenere il cambiamento del paziente. Inoltre sarebbe anche indicato sostenere nei familiari una comunicazione assertiva e non aggressiva, né tantomeno passiva.
Cosentino T., Faraci P., Coda D., D’Angelo R., De Pari L.R., Di Crescenzo M.R., Esposito L., Scelza A. (2015), Family Accommodation in Obsessive-Compulsive Disorder: A Study on Associated Variables, Clinical Neuropsychiatry, 12, 5, 128-134