di Claudia Ajello
“Nihil est in intellectu quod non sit prius in sensu”
San Tommaso D’Aquino
Negli ultimi anni la comunità scientifica si è interessata sempre di più alla Mindfulness ed il numero degli studi dedicati all’argomento è aumentato esponenzialmente. Tuttavia, questa crescita è anche il riflesso del fatto che, in assenza di un’univoca e condivisa definizione operativa, molti approcci hanno fatto ricorso al termine attribuendogli significati diversi. Il termine Mindfulness deriva dalla parola “sati” in lingua Pali (i.e. attenzione consapevole, attenzione nuda) e viene riferita, in generale, al concetto di “consapevolezza” e attenzione al momento presente. In letteratura, è stata principalmente concettualizzata dall’approccio tradizionale buddista e dall’approccio occidentale psicologico moderno come quello di Jon Kabat-Zinn. Seppur anche all’interno delle stesse tradizioni la mindfulness è definita in modi diversi, secondo gli autori della revisione è possibile rintracciarne nel concetto di “embodiment” (incarnamento) un terreno comune. La teoria dell’embodiment, considera il corpo come un elemento costitutivo della mente e sottolinea la natura incarnata della cognizione. La mente è radicata nelle esperienze corporee dell’organismo e immersa nell’ambiente con cui l’organismo interagisce continuativamente. Utilizzando questa cornice teorica il concetto di “Embodied Mindfulness” proposto dagli autori pone l’accento sull’aspetto incarnato della consapevolezza che non è più una funzione meramente simbolica e concettuale ma affonda le sue radici nell’esperienza corporea e implica una relazione reciproca tra mente, corpo e ambiente (Varela et al., 1991). Questa visione mette d’accordo le diverse tradizioni. Nell’approccio buddista corpo e mente sono considerati intrinsecamente connessi. Lo stato mentale ha una sua espressione nel soma e al tempo stesso le sensazioni corporee sono l’aspetto incarnato degli stati mentali. Nella tradizione occidentale psicologica le meditazioni sulle sensazioni corporee sono presenti in ogni sentiero di pratica e considerate fondamentali per sviluppare lo stato di mindfulness. Inoltre, la nozione di Mindfulness come “consapevolezza incarnata” trova fondamento nella neurobiologia moderna, in particolare nell’integrazione tra processi top-down e bottom up. Ci sono evidenze che la Mindfulness, utilizza sia strategie top-down che bottom up essendo connessa a una regolazione flessibile dell’attenzione e alla consapevolezza degli stimoli interni ed esterni (Chiesa et al., 2013). Vi è quindi un generale accordo sul fatto che la meditazione basata sulla mindfulness porta all’aumentata consapevolezza delle interazioni bidirezionali tra stati corporei e processi cognitivi ed emotivi (Michalak et al., 2012). Tuttavia, nonostante le evidenze, il concetto della mindfulness embodied è in larga parte trascurato dalla ricerca scientifica e l’aspetto corporeo è marginale in tutti i moderni questionari di misurazione della Mindfulness. Pertanto gli autori propongono di considerare nella misurazione psicometrica dei livelli di Mindfulness, il questionario MAIA (Mehling et al., 2012) nato per indagare la consapevolezza enterocettiva. In conclusione secondo gli autori il concetto di “embodiment”, che più di ogni altro aspetto integra le diverse tradizioni, trova fondamento nei dati scientifici e permette di dare una definizione operativa necessaria per studiare scientificamente la mindfulness. Infine, potrebbe essere il meccanismo che rende conto dell’efficacia degli interventi basati sulla Mindfulness.
Articolo di riferimento
Khoury, B., Knäuper, B., Pagnini, F., Trent, N., Chiesa, A., & Carrière, K. (2017). Embodied mindfulness. Mindfulness, 8(5), 1160-1171
Approfondimenti bibliografici
Chiesa, A., Serretti, A., & Jakobsen, J. C. (2013). Mindfulness: top-down or bottom-up emotion regulation strategy? Clinical Psychology Review, 33(1), 82–96.
Mehling, W. E., Price, C., Daubenmier, J. J., Acree, M., Bartmess, E., & Stewart, A. (2012). The multidimensional assessment of interoceptive awareness (MAIA). PloS One, 7(11), e48230.
Michalak, J., Burg, J., & Heidenreich, T. (2012). Don’t forget your body: mindfulness, embodiment, and the treatment of depression. Mindfulness, 3(3), 190–199.
Khoury, B., Knäuper, B., Pagnini, F., Trent, N., Chiesa, A., & Carrière, K. (2017). Embodied mindfulness. Mindfulness, 8(5), 1160-1171.
Varela, F. J., Thompson, E., & Rosch, E. (1991). The embodied mind: cognitive science and human experience. Cambridge: MIT Press
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